Di Massimo Acciai Baggiani
«Siamo tutti vittime e carnefici» cantava Tozzi tanti anni fa a Sanremo: questa è la morale, apparentemente banale, che ho ricavato al termine di L’ospite – una questione privata, messa in scena al Teatro di Rifredi dal bravissimo due Ciro Masella / Aleksandros Memetaj. La storia è semplice: un “topo d’appartamento” viene scoperto e immobilizzato dal padrone di casa, il quale inizia un morboso gioco di tortura fisica ma soprattutto psicologica verso l’ “ospite” non invitato. Quando l’infelice sarà infine liberato dalla polizia – a questo punto invocata, paradossalmente, dal ladro stesso – sarà il padrone di casa (“ospite” suo malgrado, notare la doppia valenza di questo termine nella lingua italiana, indicante tanto colui che ospita quanto chi viene ospitato) a doversi difendere dalla violenza dei poliziotti corrotti. Numerosi i riferimenti all’attualità, così come le citazioni cinematografiche (Tarantino in primis) e i virtuosismi nella recitazione dell’attore italiano e dell’attore albanese. Chi è il cattivo? Chi è il buono? Sarà il pubblico a deciderlo.
Firenze, 16 aprile 2019