Di Michele Ceri
Questo racconto si svolge negli Stati Uniti nel periodo della Grande Depressione. I protagonisti sono tre, appunto, due uomini e una donna: James Clark, Arnold Smith e Jane Miller.
La Grande Depressione è durata dal 1929 fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma qui gli avvenimenti principali della vicenda, cominciano e si svolgono a partire dal 1934, quindi in un periodo di ripresa economica.
Il primo personaggio è James Clark. James era un banchiere. Nientemeno che un impiegato di banca di New York. I suoi genitori, la famiglia Clark era di fede protestante e di origini europee. Probabilmente inglesi.
E’ assai risaputo che gli Stati Uniti sono il paese della libera concorrenza per eccellenza. James politicamente apparteneva alla categoria dei liberali di sinistra, la cui fede politica rimaneva nel controllo, parziale, dell’economia da parte dello Stato.
Con la crisi economica di fine anni ’20 le cose riguardanti il lavoro, sono molto peggiorate. La banca dove lavorava ha rischiato il fallimento, causando un grosso disagio iniziale anche nei suoi clienti. Ed è in questo momento che dovrà reagire sia economicamente che interiormente a questo triste avvenimento. E’ qui che è messo alla prova. Ma si sa che come scrisse S., nell’ Amleto: “ Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne sogni la tua filosofia.-”:
Sposato, con Jemma Hiller, impiegata, amava pescare e giocare a carte.
Il banchiere Clark conservava molte aspettative nell’intervento statale in economia, ai fini di un beneficio economico per la propria attività e anche come soluzione alla crisi.
Adesso comincio a descrivere Arnold Smith, l’altro protagonista, forse più simpatico e anche più sfortunato.
Smith era principalmente un bravo Professore di materie umanistiche, abitante in New York.
Si sentiva per la propria cultura superiore, rispetto a molti, anche se restava un po’ imbranato, come carattere.
Si recava a lavorare nientemeno che in bicicletta e non fumava. Oltre che insegnare era scapolo, sensibile e comunque sia gli piacevano molto le donne. Però aveva con loro un tipo di rapporto un po’ infantile, anche se non eccessivo. Niente di grave, comunque sia. Cantava nel coro della chiesetta vicino a casa sua. Quando si recava in chiesa che fosse per pregare oppure per la messa, o per cantare era contentissimo e gioioso. Durante la predica del pastore rimaneva attentissimo.
Nonostante fosse credente, l’amore per la cultura lo aveva influenzato positivamente e fatto crescere. Così amava assai l’Europa. E insieme la razionalità. Diciamo che non sopravvalutava il sentimento alla ragione. Anzi… Aveva e custodiva dentro di sé un grande sogno: quella di trasferirsi in Europa. Considerava ottimisticamente l’Europa, per vari motivi. Il primo intanto perché storicamente quel continente rappresentava il luogo d’origine, la patria. Inoltre perché, contrariamente ai Totalitarismi nascenti l’Europa era stata la culla dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese.
A scuola, nel suo lavoro si dimostrava molto bravo, piaceva molto agli alunni. Il Professor Smith trascorreva una buona parte del pomeriggio a prepararsi per il giorno seguente, oppure a studiare la musica e cantare. Quando poi in classe interrogava qualcuna delle sue alunne, ne rimaneva mezzo innamorato.
Ma addentriamoci maggiormente in questa storia, guardiamo da vicino i protagonisti.
Come si rividero James Clark e Arnold Smith? Direi come s’ incontrarono dopo tanto tempo?
I due si rividero una sera a casa di un amica di James. Si trattava di una cena in una casa di un amica della moglie di quest’ultimo che conosceva, guarda caso, anche il Professor Arnold.
L’abitazione dove cominciavano ad arrivare gli invitati era situata un po’ fuori da New York e si trattava di una bella dimora, ampia e con il giardino. Molti li ospiti. Per la maggior parte si trattava di insegnanti e impiegati di banche. In tutto erano dodici persone, tutte di ceto medio.
James e Arnold si rividero dopo tanti anni, davanti alla porta di casa del proprietario nonché organizzatore della festa. Inizialmente non si ravvisarono, poi si. Ironia della sorte i due si conoscevano addirittura dalle scuole ( ); finite le scuole ( ) però non si erano più visti. Pur essendo stati buoni amici, in quel periodo. Ora dopo anni e anni si erano nuovamente incontrati e fu per entrambi, si per tutti e due una cosa bellissima.
Entrarono insieme, nell’ appartamento dell’invitante, aggiungendosi agli altri. Si abbracciarono a lungo fra sé, si sedettero e si misero subito a parlare; James :”- Ma dai, sei il vecchio Arnold il riccioluto bambinetto di una volta. Hai la mia stessa età, non è vero ? Ci rivediamo dopo tanti anni. Adesso cosa fai ? Che professione svolgi? Ma non eri te innamorato della musica e anche della fogliolina con i capelli biondi, brava a disegnare ?-“:
Arnold :”- Chi l’avrebbe mai detto. Sei James. Guarda che ultimamente ho sentito parlare di te. Sei banchiere, vero ? Toglimi una curiosità, anzi due. Possiedi un telefono ? Come ti vanno le cose economicamente ?.-“: James, sorridendo : “- Grazie per l’interesse. Adesso già un po’ meglio. Poi c’è questo Presidente che molto stimo e nel quale operato rivolgo molte mie speranze.-“:
Ci fu un attimo di silenzio tra i due, mentre la moglie del padrone di casa prendeva i dolci che avevano portato per metterli al fresco.
James s’accese una sigaretta, mentre l’altro, che non fumava, lo guardava senza parlare, quasi incantato dalla figura del vecchio amico.
Attesero seduti il momento della cena. Il padrone di casa, un nobile nei sentimenti, lì presentò al resto degli ospiti e la cosa divenne entusiasmante e vivace. I presenti si scambiarono idee e superficialità della vita stessa. Invitato :”- Ma lei è il Professor Arnold Smith! La conosco perché l’ho notata nel coro, anche io canto nella vostra medesima chiesetta.-“: Arnold:”- Si, sì, sono il Professor Arnold.-“:
Dopo una mezz’ora, tutti iniziarono a mangiare Il cibo preparato era buono e vario, inoltre tutti continuarono a discutere.
Il cielo era chiaro e limpido, poche le nuvole leggere e senza cattiveria. La luna sembrava guardasse, oltre a rischiarare la zona e a affievolire la natura, a mitigare l’oscurità. Mentre ombre dorate nascevano, in qua ed in là.
Ma l’attenzione degli invitati non era tanto per la musica della natura, ma per altro.
Ad un certo punto da un lato della stanza sbucò un gatto, bello pasciuto, che si mise a guardare i commensali e rimase lì fermo e immobile per un minuto. Aveva il pelo colorato di bianco e grigio e un musino dolcissimo. Arnold riuscì a prenderlo in collo ad accarezzarlo dolcemente, poi Maigrett ( la padrona di casa ) lo afferrò e lo fece uscire di casa, mettendolo nel giardino. In diversi non notarono questo avvenimento e continuarono a parlare. Ad un certo momento, poi, la conversazione s’allargò a tutti. Gli argomenti di discussione toccati dagli invitati erano molti: dalla Crisi economica al Proibizionismo, al lavoro e alla fede religiosa. Ognuno diceva il proprio pensiero.
Arnold ad un certo punto s’infervorò parlando con un impiegato “ saputello “ e quasi non s’arrabbiò sul serio. Comunque fece senza dubbio bella figura… Ad un certo momento nella stanza tutti restarono zitti, tranne che il Professor Smith, che si dilungò riguardo un discorso politico che entusiasmò i presenti. Ne seguì un applauso generale.
Dopo cena, finito il dolce, portato da Arnold, tutti si sedettero, alcuni sulle poltrone del salotto, altri sul divano. La cena piacque a tutti e molto. La sua fine placò gli animi per un momento; tutti pensarono a rilassarsi e a sorseggiare qualche liquore e un caffè macchiato. Qualcuno s’accese una sigaretta oppure mise del tabacco nella pipa. Arnold appoggiò la testa su di un cuscino, fra l’altro ben ornato e probabilmente di valore. Seguì un momento di silenzio che avvicinò gli animi di tutti. Il proprietario nonché invitante accese il giradischi e vi introdusse un disco di musica classica. Nella stanza vi era anche un pianoforte.
Dopo il silenzio e la musica del giradischi riprese la discussione, ma più tiepida rispetto a quella della cena.
Venne così il momento di andarsene e felicemente i due vecchi amici si scambiarono i rispettivi numeri di telefono, poco diffuso ma presente in quel tempo. Decisero di risentirsi al più presto: in onore della vecchia amicizia.
Tornato a casa James ripensò ad Arnold e quest’ultimo ripensò a James, mentre il tempo passava velocemente e la lancetta dell’orologio segnava le tre di notte.
Il giorno seguente, il Professore si svegliò alle sette del mattino e prese un caffellatte con alcuni biscotti. Si recò al lavoro.
Si trovò ad affrontare una dura mattinata. I suoi alunni erano già abbastanza grandi. Sapeva infondere passione fra gli studenti, nelle materie da lui insegnate.
Ritornato stanco, si sdraiò sul divano. Prima di cena poi entrò in salotto e il suo sguardo si posò su di uno scaffale. Lì vi erano svariati libri e così cominciò a prenderne qualcuno in mano, osservandolo da vicino. Una volta era un famoso romanzo, la volta dopo un saggio di storia. Mentre s’affaccendava sui libri, spuntò dal nulla un vecchio album di fotografie. Come era finito lì ?Lo estrasse dallo scaffale e lo aprì. Saltò le foto dell’infanzia, quelle riguardanti i genitori e poco dopo si ritrovava davanti nientemeno che ad una vecchio foto di classe. Appartenente alla terza ( ). Cominciò lentamente ad osservarla e riconobbe anche James, si il vecchio James che aveva rivisto la sera precedente e con il quale si era scambiato il rispettivo numero telefonico. Nella foto l’amico aveva i capelli lisci castano chiari e sorrideva, abbracciato ai compagni.
Erano passati molti anni…
Adesso veramente inizia, la storia…
I due si erano risentiti per telefono ( che in pochi possedevano ) e si parlarono molto. Comunque sia l’incontro alla sontuosa cena, aveva colpito fortemente l’animo d’entrambi. Adesso si sarebbero messi in gioco; ognuno essendo se stesso, restando se stesso. Qualunque fosse il momento storico, le circostanze, gli imprevisti.
Così una sera, qualche giorno dopo l’ avvenimento dove si erano ritrovati, il telefono del Professore si mise a squillare. Era il suo vecchio amico, che lo invitava a giocare a carte a casa di un conoscente. Arnold inizialmente rimase incerto, impaurito della pericolosità ma poi ripensandoci accettò felicemente; del resto il gioco delle carte rientrava nei propri interessi, almeno sino ad un certo punto. Fissarono per sabato seguente dopo cena, davanti alla chiesetta dove normalmente Arnold cantava nel coro. Arnold doveva aspettare tre giorni: mercoledì, giovedì e venerdì. Ma la cosa non lo disturbava affatto. Sicuramente avrebbe studiato, sia per la scuola che per il coro. Inoltre venerdì sera, dopo cena era stato organizzato un concerto proprio nella chiesetta da Smith frequentata. E partecipò anche a quell’impegno.
Puntuale arrivò sabato sera, il giorno fatidico, che entrambi aspettavano felicemente. James passò con la macchina a prendere l’amico, davanti il luogo di culto per andare a giocare a carte; il viaggio non fu per niente monotono. Cosa accadde ? I due conversarono e molto; si rammentavano addirittura il periodo delle scuole, quando tutti e due erano molto vivaci. Il ricordo creava a tutti e due un sentimento forte nel cuore, una sensazione di grande felicità e affetto. Il banchiere ripensava quando Arnold fece la dichiarazione alla bambina più carina della loro classe. L’amico si ricordava ancora vari particolari, ad esempio che quando successe quel fatto frequentavano l’’ultimo anno. Allo stesso tempo, anche Arnold si rammentava che una volta James leticò con un compagno di classe di cui però adesso non ricordava più il nome; chissà che fine avesse fatto. Ma ci sarebbero da dire tante altre cose anche su quel periodo, che nei ricordi faceva ancora emozionare i due.
La casa dell’altro amico di James era in città. Arrivarono a destinazione in poco tempo. James presentò il compagno a John, così si chiamava e poco dopo arrivarono altri. John aveva un aspetto curioso, quasi caratteriale ma intelligente allo stesso tempo. Gli si notavano i baffi, lunghi e scuri, l’erre moscia e gl’occhiali. Inoltre amava fumare e molto; bastava guardarlo un po’, per rendersi conto che era tabagista. Ma, non preoccupatevi troppo non era né mafioso, nè un delinquente. Gli piaceva giocare a carte, punto e basta. Anche se la cosa in se, insospettiva chiunque. Durante le partite non venivano fatte delle puntate di denaro, del resto era vietato. Giocavano quasi sempre a Poker ed il gruppo di base restava composto da quattro sei persone. Quella sera vinse per diverse volte un certo George, mentre James vinse soltanto due volte. Mentre stavano giocando John, offrì a tutti un bicchiere di whyscky. Clark il banchiere lo bevve lentamente, sorseggiandolo per diverse minuti. Il fatto di bere gli conferiva un discreto senso di fiducia in se stesso e anche di allegria. Sentiva la necessità di bere, la voglia di divertirsi ancora di più, quasi di trasgredire. Tutti fumavano, tranne Arnold, che tra l’altro amava giocare a carte, ma non vinse mai. Ma partecipò, tra le risate degli altri che lo sbeffeggiavano. Venne però colpito dall’ atmosfera ed il luogo; mentre era tarda notte, nella loro stanza lentamente si formava una nebbiolina di fumo. Inoltre uno dei partecipanti sborniato, attirò l’attenzione di tutti. Il gioco si protrasse per ore, fino a notte fonda. Poi la serata volse al termine; mentre l’alba, faceva capolino, s’affacciava puntuale all’orizzonte, tutti se ne tornarono a casa.
Il ritorno fu veloce, con l’amico che guidava a meraviglia la macchina, trasmettendo un senso di tranquillità.
Il Professore veniva toccato dall’ atmosfera del momento, infatti si diffondeva un’aria vivace, accentuata anche dal fatto che stava sorgendo il sole, stava cominciando un altro giorno. Intanto James giunse alla porta della casa dell’amico, salutandolo. Quest’ultimo aprì il portone dell’edificio dove abitava, cercando di fare meno rumore possibile e rientrò con calma in casa. Si coricò stanco morto sul divano, mentre gli occhi gli si chiudevano ad intermittenza. : “-Che nottata !-.”: Penso a voce alta, ma nessuno lo sentì visto che tutti dormivano e le lancette dell’orologio segnavano le quattro del mattino.
Poi si mise il pigiama e si coricò sul letto; aveva la finestra socchiusa, dalla quale si riusciva a vedere il cielo e a sentire,a volte, il rumore di qualche macchina, di quelle poche che c’erano.
Ma dentro si percepiva agitato ed irrequieto assai. Ma perché? In lui nasceva il timore che l’amico di vecchia data lo potesse traviare facendolo giocare a carte, in ambienti poco ortodossi; ma per adesso era solamente timore. Per fortuna nessuno dei giocatori, quella notte aveva scommesso denaro.
Le ore erano trascorse velocemente e così il giungere della mattina colpiva tutti. Il caro Professore, nel suo animo, nonostante tutto, anche con il passare del tempo, conservò un felice ricordo della serata. Forse perché era la prima volta che era uscito a James, il suo caro amico.
Arnold Smith e James Clark si sono oramai già rivisti e dopo tanti anni erano tornati amici. La loro è una vicenda di una grande amicizia.
Ecco che però il racconto si dimostra per quello che è. S’aggiunge un altro importante avvenimento. Quest’ultimo caratterizzerà l’insieme dell’opera.
Vicino all’abitazione di Arnold rimaneva un sontuoso e costoso Ristorante, dove lui non vi era mai stato, ma assai rinomato. Una sera tutti e due decisero di andare a cena proprio nel medesimo Ristorante; fissarono per le 20:00 davanti all’entrata. Erano incuriositi da quel luogo. Sapevano soltanto che si mangiava bene…
Il Ristorante “ Italian Food “ aveva esteriormente un aspetto severo, ma anche affascinante. Il portone aveva caratteristiche europee. Il proprietario del Ristorante, o meglio i possessori erano italiani.
Entrambi si ritrovarono sulla porta d’ingresso e scambiarono due parole. Subito dopo entrarono. Squadrarono l’interno e rimasero affascinati dall’architettura interna del luogo.
E adesso cosa accadde? Vennero accolti immediatamente da una giovane, gentile e carina cameriera, che lì colpì, tutti e due, immediatamente; lasciarono i cappotti, nel guardaroba, era inverno e si accomodarono a tavola. I due, dopo alcuni secondi si guardarono subito negl’ occhi colpiti dalla bellezza della giovane. : “-E’ bellissima !!!-. “: pensarono entrambi. Lei ricambiò l’attenzione dei due con un sorriso, amichevole…
Presero in mano il menù e cominciarono a consultarlo vivamente. Poco dopo arrivò la cameriera a prendere le ordinazioni. Tutti i due la fissarono.
Mangiarono molto. Un antipastino di mare, un primo e per secondo della carne arrosto, con contorno di patate arrosto. Poi alla fine un dolcetto. Alla fine della cena , poi James, che era un tipo molto sveglio, sicuramente maggiormente riguardo all’amico, riuscì a parlare con la cameriera e le chiese come si chiamava.
Intanto tutti e due avendo anche un po’ bevuto del vino bianco di origine italiana, brilli e vivaci mentalmente, cominciarono una discussione che cadde subito sulla bellezza della cameriera. I due , rimasero assieme, al tavolo del Ristorante ancora per un quarantina di minuti a parlare. Ma il tempo trascorreva così velocemente, che non s’accorsero di niente.
James:”- Come va adesso, amico? E Arnold:”- abbastanza bene; sono rimasto affascinato dalla cameriera, ecco tutto.
J:”- Anche io.-“: A:”- vorrei molto conoscerla, farci perlomeno amicizia.”:- J:”- A chi lo dici.-“: A:”.- Sei un grande, perché non ti fai dare il proprio numero di telefono ?-“:
E cosi coraggiosamente James riuscì nell’intento. Si fece dare il numero da : Jane !
Tornato a casa Arnold si addormentò quasi subito. Sapeva che la mattina seguente doveva recarsi a scuola. Però fece un sogno molto inquietante. Sognò di essere nella chiesetta vicino a casa sua dove stava cantando nel coro. Ad un certo punto entrava nella chiesetta nientemeno che la cameriera del Ristorante. Proprio Jane. Era bellissima e cominciò a guardarlo. Poi dopo averlo guardato uscì. Nel sogno ad ascoltare Arnold cantare apparivano tra l’altro, anche alcuni suoi allievi.
Arrivò il sole mattiniero e tra i due l’amicizia continuava ad aumentare sempre di più, con il tempo.
Il lago appare la meta di un viaggio, ma rappresenta anche un luogo di riflessione, di pausa tra la vita dei due e la loro sensibilità.
Trascorsero alcuni giorni dalla cena all’ “ Italian Food “, così, una domenica mattina sempre lo stesso mese sul presto, i due si contattarono nuovamente per telefono. A. rispose velocemente anche se ancora leggermente addormentato. A.:”- Chi è?-“: Si trattava di James che in breve cercò di ricordargli anche la propria passione per la pesca. Il banchiere invitò il compagno ad andare al lago più vicino, a pescare, proprio la medesima mattina. Era contentissimo e trasmetteva felicità. James :”- Inoltre, conoscendo la tua indole, vorrei aggiungere che ti porterò in un posto meraviglioso, dove sicuramente non sei mai stato. Si tratta del Lago Hanoy, non lontano da New York. Io ci vado spesso, quasi tutte le domeniche, almeno d’inverno. Sono innamorato da quel luogo, dalla tranquillità che trasmette.-“:
Arnold, rispose :”- Grazie, sei un amico a cercarmi. Sono molto curioso, di quanto mi stai dicendo. Anche se non so assolutamente, pescare. Ma accetto di venire.-“: Arnold assonnato, ma non disturbato, scese dal letto e mise sul fuoco la macchinetta del caffè. Era mattina presto, per essere Domenica. L’orologio scandiva le otto e quaranta. Per fortuna aveva preso la messa il giorno precedente. Così bevve una tazza di caffèlatte, si fece la barba e si vestì. Trascorso poco tempo, l’amico suonò al campanello. Era passata più di un’ora dalla telefonata; scese le scale ed entrò nella macchina dell’ amico. Durante il viaggio i due parlarono ancora e proprio della bella cameriera. Arnold era colpito per la bellezza del viso e delle mani; a James di lei piaceva molto anche il volto, la voce e la sensualità con cui si muoveva. Ma che tipo era? Si domandarono. Che carattere aveva e quali interessi?
Poi lo capiremo!
Arrivarono al lago abbastanza velocemente. La strada per giungervi era caratterizzata da due file di alberi che la costeggiavano. L’ultimo tratto era ameno,spoglio e con il terreno sassoso. Vi rimaneva, abbastanza grande un parcheggio
Lo sguardo di Arnold si soffermava sulla superficie del lago. Era mattina, vicino a mezzogiorno. Splendeva in alto il sole, mentre parcheggiarono l’auto.
Il lago rimaneva assai vasto, ma non grandissimo e lo si attraversava tutto con lo sguardo. Vi volavano sopra alcuni uccelli, che ogni qualvolta emettevano particolari suoni. Vi nuotavano alcune varietà di pesci. Inoltre c’è da specificare che la pesca veniva ammessa, ma si doveva pagare una somma di denaro per praticarla. James, benestante, si poteva permettere di pescare. Preparò l’occorrente, aprì la canna e pescò per un paio d’ore; Arnold solamente dieci minuti e poi si mise ad osservare l’amico e a pascersi nell’atmosfera di calma che il lago emanava.
Poi, i due decisero di pranzare. Infatti lì vicino vi rimaneva un negozietto dove facevano degli ottimi panini. Il Professore si fece fare due panini con dell’affettato e formaggio, James un pezzo grande di schiacciata all’olio con il salame. E per finire, entrambi una barretta di cioccolato con nocciole e della frutta. Bevvero dell’acqua, niente alcolici per fortuna d’entrambi.
Dopo mangiato si riposarono restando sulla riva del lago e sonnecchiarono, tutti e due. L’atmosfera emanava pace e calma. Durante il pomeriggio James ripescò per un’oretta. Arnold, sonnecchiò.
Quando il sole stanco stava per scomparire all’orizzonte, decisero di tornare a casa.
Per Arnold la sera rimase accompagnata dall’effetto immaginario della giovane e carina Jane. Il ricordo vivo della ragazza s’intrecciava con l’oscurità a tratti prepotente della notte che stava arrivando; luci ed ombre, sguardi e gesti, curiosità ed affinità si mescolavano fra loro. Poi il ricordo del lago, con la sua immancabile calma e luce del sole riflessa. Arnold chiuse gl’occhi più volte. Poco prima d’ addormentarsi del tutto gl’apparve il volto della ragazza Jane, la cameriera del Ristorante, mentre al Ristorante li serviva.
Il sole del giorno dopo, alto, riscaldava tutta la città. Era trascorso un giorno soltanto la loro amicizia si rafforzava continuamente, ora dopo ora. I due continuavano naturalmente a vedersi, a stare assieme, a discutere ed a chiacchierare. Quella mattina caratterizzata da una forte energia solare, scelsero d’incontrarsi lì proprio lì al Parco. Un luogo molto bello e assai conosciuto.
Nei pressi del centro cittadino restava un non piccolo e famoso Parco e all’interno vi rimaneva addirittura un laghetto. Vi volavano tipici uccelli, che emettevano suoni, in continuazione. In città tutti lo conoscevano. Nessuno poteva dire di non esserci mai stato.
Quel giorno il sole splendeva alto di giallo orgoglioso, mentre in lontananza si sentivano degli schiamazzi di bambini, che lì vi giocavano.
Era appena mezzogiorno.
I due amici si erano dati appuntamento proprio lì…
Il primo ad arrivare, rimase il Professore, il signor Smith. Si salutarono calorosamente per poi rimanere una decina di minuti senza parlare. Il silenzio restava però solamente apparente, dentro conservavano una grande volontà di parlare e molto. Pur rimanendo senza parlare si trasmisero molte cose. A cominciare dalla gita al lago, per non parlare della cena al sontuoso e rinomato Ristorante. Nei loro animi era conservato il ricordo della cameriera Jane…
Mentre stavano zitti ad un certo punto arrivò un gruppetto di ragazzi non ancora maturi e vivacissimi. Quest’ultimi cominciarono a scherzare e a giocare davanti a loro. Fecero capannello. Qualcuno addirittura urlava. Ma dopo qualche minuto lasciarono il posto, che tornò ad essere del tutto tranquillo. I due cominciarono finalmente a chiacchierare. Discussero molto e di svariati argomenti. Il tema più importante rimase il grande beneficio apportato al paese dalla Politica economica voluta dal Presidente che entrambi asserivano di stimare moltissimo. Poi il tema del discorso piano piano scivolò sull’Europa. Entrambi erano d’accordo nel valutare ottimisticamente l’Europa. Si proprio l’Europa. Europa come luogo d’origine, Europa dei nascenti Totalitarismi, ma anche Europa della Rivoluzione Francese e del Rinascimento. Tutti e due si dilungarono molto, discussero tanto e ognuno dal proprio punto di vista, con la propria cultura ed esperienza. Trascorsa una mezz’orettta nella quale avevano esposto tante cose, arrivarono ad una conclusione. Di che conclusione si trattava ? Valutarono entrambi la bellezza di fare, prima o poi un viaggio in Europa, magari anche assieme. Tra i due il professore restava quello più affascinato e anche quello più deciso.
Ad un certo punto, mentre già avevano terminato di conversare da alcuni minuti, apparve davanti a loro un cagnolino al guinzaglio di una bella ma non più giovane signora, dall’aspetto appartenente all’alta borghesia. James:”-Come si chiama questo bel cagnolino ?-“: Domandò brillantemente. E la signora come annoiata dalla domanda, rispose :” .-Eveline .- “:un attimo dopo arrivò un’altra persona con un altro cane al guinzaglio. Il cane, molto grosso aveva un aspetto cattivo, contrariamente al precedente. Appena vide Eveline, iniziò ad abbaiare. Successivamente anche Eveline si mise ad abbaiare. Poi i padroni li fecero calmare. Questo spezzò la giornata e anche la loro chiacchierata in due momenti.
Velocemente giunsero le 15 e 30 del pomeriggio. Dopo una breve pausa di silenzio e riflessione, nata dall’incontro con i due cagnolini i due ripresero a parlare. Arnold si mise a discutere della propria professione. Amava insegnare. Raccontava all’amico come gli alunni gli volevano un gran bene. Inoltre amava moltissimo la musica classica. Trascorreva il tempo libero anche ad applicarsi a tale materia; specialmente gli piaceva il canto. Inoltre il giovane Professore così tutti i martedì sera, dopo cena si recava nella chiesetta situata vicinissimo al proprio alloggio, per cantare. Faceva parte del coro. Questo lo rendeva felice e contento di se stesso. Quando il coro era ben funzionante vi era un eco bellissimo e i suoni si riflettevano sulle pareti; chi entrava nella piccola chiesa in quei momenti ne restava come estasiato. Non appariva strano che vi entrassero anche dei bambini accompagnati dai genitori. Faceva parte del coro anche un giovane ed una giovane ragazza, che frequentavano la medesima scuola dove insegnava Arnold; i due non lo avevano come insegnante, ma lo conoscevano per fama. Aveva rinomanza di essere molto bravo. Arnold concluse la conversazione e prese la parola James. Quest’ultimo parlava della sua felicità antecedente al rischiato fallimento della propria banca. Per lui la crisi economica con le sue conseguenze era stata nettamente la fine di un sogno. Comunque sia, nel tempo alla crisi si era contrapposta la politica economica del Presidente il quale aveva applicato un piano economico noto con il termine di : Nuovo Corso. E di questo si doveva essere felici.
Conclusa la discussione optarono per abbandonare il Parco e tornarono alle dimore.
Di nuovo sera, ancora inverno, faceva molto freddo. Dalla finestra di casa, al caldo il banchiere notava le svariate luci che provenivano dai moltissimi appartamenti vicino al suo, lo incuriosivano. S’interrogava sugli abitanti del suo condominio, il tutto lo incuriosiva, ma lo agitava un po’.
Sua moglie era una discreta donna di 40 anni. Per adesso non avevano figli, anche se ne avrebbero voluti avere. A causa del periodo storico, come ho già detto avevano così già avuto molta preoccupazione, ma per adesso il momento peggiore era fortunatamente trascorso.
Comunque sia, dopo le otto cenarono.
Ma la bella cameriera che fine aveva fatto?
Siamo tutti sicuri che lei, si proprio lei sia l’eroina di tutta la vicenda? Adesso tutti lo capiranno, nel bene e nel male.
Ecco il terzo personaggio, del nostro racconto : Jane Miller, la cameriera. Anche lei restava di origine europea, precisamente inglese. Il padre era preside di una scuola, la mamma, maestra. Era di famiglia benestante. Curiosamente il nonno della giovane ragazza amava molto la musica, classica e suonava due strumenti il pianoforte e la tromba. Tra la sua passione anche il blues e il jazz. Aveva trasmesso la passione alla nipote. Questa l’aveva conosciuto anche se adesso erano passati molti anni dalla sua morte. Lei però conservava nel cuore un bellissimo ricordo e aveva di lui un’ottima immagine. Jane Miller aveva poco più di vent’anni ed abitava, come Arnold e James in New York. Era proprio una bella ragazza, giovane, alta abbastanza, aveva i capelli lisci marroni scuri e gli occhi neri. Aveva anche delle belle mani e sapeva suonare abbastanza bene il pianoforte che rappresentava il suo strumento preferito. Le piaceva soprattutto la musica classica italiana, nello specifico Monteverdi, Bach, Vivaldi ecc… sapeva parlare bene e si muoveva anche seducentemente. Jane aveva studiato per un periodo sino all’Università, ma poi non aveva continuato gli studi accademici. Comunque sia si era dedicata molto alla musica. Aveva anche lavorato come commessa o cameriera. Adesso era cameriera al Ristorante “ Italian Food “ e restava felice.
Oltre alla musica amava e s’interessava di cinema. Il cinema nato da poco, si diffondeva proprio in quel periodo. Amava come regista soprattutto Orson Welles. Aveva già visto “Quarto Potere”, alcune volte e ne rimaneva affascinata.
La sua vita sentimentale restava piuttosto piena di vicende amorose, per la sua età. Aveva infatti conosciuto molti ragazzi con qualcuno era stata anche fidanzata. Alcuni restavano nel tempo di lei, ancora innamorati. Gli stessi Arnold e James che avevano visto Jane solamente una volta, rimanevano assai colpiti dal suo fascino e erano quasi innamorati.
Quando i due amici la conobbero, ne rimasero sedotti. Inizialmente i due pensavano di fare una nuova amicizia, ma si trattava di un’analisi superficiale. Cosa gli aspettava?
Trascorse l’inverno e giunse una bizzarra giornata di primavera, di sabato sera. I due amici decisero di andare al cinema. Così, raggiunsero in macchina la sala cinematografica, che non si trovava molto lontano, dall’abitazione del signor Arnold. Quel giorno proiettavano un film d’autore, un film di fantascienza, probabilmente il primo , precisamente del regista Fritz Lang, ovvero: Metropolis. La sala piena, per non dire stracolma, non rimaneva grande. Fecero i biglietti ed entrarono molto incuriositi.
A fare la maschera vi era un giovane ragazzo di vent’anni che aveva dei tratti somatici duri. Lui li guardò attentamente, come per trasmettere ordine e disciplina, ma rimase immediatamente incuriosito dai due. Che fosse geloso di qualcosa?
Mentre si stavano per sedere,lo sguardo del Professore notò immediatamente la dolce Jane. Proprio, la giovane cameriera del Ristorante. Tutto avvenne in un lampo, lasciando dentro i due un grande piacere. I due si salutarono molto calorosamente, come se si conoscessero da molto tempo. Qualche attimo dopo la notò anche James che la salutò velocemente. Il film in questione rimase interessante. Passato l’incontro caratterizzato da alcuni sguardi, apparvero le prime immagini del film e tutti stettero in silenzio; le immagini parlavano.
Con il dispiacere di tutti il film terminava.
All’uscita entrambi cercarono di rintracciare la giovane che però era uscita prima di loro.
Così non riuscirono a trovarla ed a parlarci e neanche la salutarono. James :”- Sarà per un’altra volta; cavolo, è così carina.-“: Arnold :”- Prima o dopo ce la facciamo a conoscerla meglio. Sarei già molto contento se diventasse nostra amica.-“:
Ma cosa pensava Jane di tutto ciò? Era felice o turbata? Diciamo che rimaneva contenta dell’interesse nei loro riguardi.
La sera prima di addormentarsi Arnold cominciò a pensare intensamente alla gentile cameriera. Si domandava fino a che punto avrebbe potuto diventare amica di lui e di James. Si percepiva comunque dentro di se titubante sul da farsi, anche perché non era mai stato veramente amico di una donna ne tanto meno fidanzato.
Ecco chi è Jane da un certo punto di vista: un’artista. Una amante della musica.
Dopo la serata al cinema, che aveva divertito tutti Arnold provò a contattarla telefonicamente cosa che piacque molto alla carina amante della musica e cameriera. Ella si era comunque scusata dell’uscita veloce dal cinema. Confessò al Professore di essere timida. Arnold la rassicurò.
Intanto, pochi giorni dopo invitò i due amici a sentire un suo concerto in una chiesa, alla periferia di New York. James si congratulò fortemente con Arnold per la sua abilità nel relazionarsi con Jane. I tre stavano per divenire dei buoni amici? Sicuramente e forse qualcosa di più, chissà… Il futuro nascondeva delle sorprese. La vita si dimostrava imprevedibile…
Il concerto fu molto bello e brillante. I pezzi suonati da Jane erano autori importanti. La giovane ragazza era bravissima, anche per il fatto che studiava il pianoforte sin da piccola. Fra li spettatori si percepiva una sensazione di forte passione e l’atmosfera all’interno della piccola chiesa restava molto intensa e romantica. Arnold e James rimasero sbalorditi. Si notava una non indifferente bravura.
Alla fine del concerto, James fumò una sigaretta e lo stesso fece Arnold per una volta. Poi fuori dalla chiesa i due riuscirono finalmente a parlarci. Ebbero modo di conoscere definitivamente la giovane. Tutti insieme decisero di rivedersi e al più presto possibile.
Gentilmente James propose a Jane di accompagnarla, con la macchina gentilmente all’abitazione. Lei acconsentì felicemente.
Per la strada del ritorno parlottarono tra di loro e risero. Si salutarono dandosi calorosamente la mano. Un altro giorno era trascorso: adesso era giunto il momento di dire che la loro amicizia si era allargata. Nel bene e nel male…
Come accadeva però quasi sempre la sera, ad Arnold cominciarono ad apparire i primi dubbi, le prime preoccupazioni. Avvertiva che Jane avesse la possibilità un giorno di fare litigare lui e James. Nonostante tutto il Professore si stava già innamorando di Jane e percepiva che la cosa pian piano sarebbe aumentata. Anche lo stesso James ebbe modo di ripensare all’accaduto, ma giudicò sostanzialmente positiva tutta la vicenda. James aveva sicuramente un carattere più calmo di Arnold. Lo si notava spesso.