Di Michele Ceri
Trascorse del tempo dal momento in cui i tre si erano conosciuti al rinomato Ristorante. Cosa succedeva?
Si vedevano spesso per uscire la sera. Nei cuori dei due vecchi amici brillava ancora la contentezza; molto felici, intuivano che difficilmente con il trascorrere del tempo la relazione si potesse fermare solamente alla normale amicizia. Arnold in alcuni momenti, però soffriva, pur essendo allo stesso tempo felice. Riversava per la gentile e carina Jane sentimenti contrastanti, opposti. Capiva la imprevedibilità di tutto, della vita stessa. I tre erano diventati affiatati compagni. Spesso si vedevano, oppure si chiamavano al telefono. Una volta Jane gli accompagnò alla stanza dove giocavano a carte. Inoltre i due parlarono alla Miller del lago, dove andavano a pescare e che quel luogo trasmetteva molta pace.
Arrivò la primavera. Tutto si risvegliava, riprendeva forza, questa stagione chiariva i sentimenti gli dava consigli per il futuro. I sentimenti diventavano adesso, la cosa più importante. Erano l’aspetto per cui continuare a domandarsi a se stesso, chi eravamo e cosa stavamo facendo, sotto questo cielo, di campana celeste accompagnato da un sole diverso e circondato da nuvole una volta cariche di pioggia, adesso ornamento dello stesso cielo.
James Clark e Arnold Smith ritornarono addirittura al famoso Ristorante. La signorina Miller era stata avvisata e quando gli vide entrare gli sorrise molto dolcemente, anche con lo sguardo. E proprio lei prese le ordinazioni, avvertendoli che gli garantiva un certo sconto.
Quella medesima sera i due mangiarono molto, risero, scherzarono e bevvero anche abbastanza. Trascorsero proprio una bellissimo momento. Jane ogni tanto passava dal loro tavolo chiedendo se tutto andava bene.
La loro discussione lentamente scivolò su la possibilità e il desiderio di fare un viaggio in California. Si un viaggio nel periodo estivo. Mentre parlavano Jane gli si avvicinò e si intrufolò nella discussione. I due amici la invitarono felicemente a partecipare a quell’avvenimento. Arnold si commosse leggermente e dal suo volto vennero giù due lacrime. Ma l’amico prontamente lo rassicurò e Jane lo carezzò affettuosamente. Ma cosa succedeva al Professor Smith ?
Dopo il triste imprevisto, finirono la cena e uscirono dal locale. Fuori James fumò una sigaretta. La stessa Jane aprì la porta e uscì, per riposarsi un poco.
Arnold tornò a casa a piedi.
Se ancora non l’avete capito il loro sogno odierno, era quello di trascorrere assieme le ferie d’Agosto e nientemeno che in California. Tutti e tre volevano andare in California; si in California, proprio lì. Ma come mai? Da dire che nessuno di loro era mai stato lì.
La primavera passò senza grandi avvenimenti e arrivata l’estate, una mattina d’agosto si precipitarono alla Stazione per fare i biglietti. Il tempo era bizzarro. Non era molto caldo, si stava bene. Eravamo nella seconda metà d’agosto e in alcune giornate il cielo si riempiva di nuvole, ma per adesso non era ancora piovuto.
Alcuni giorni prima della partenza ci fu però un forte temporale. Piovve molto. Quindi i nostri tre personaggi se ne rimasero chiaramente in casa per tutto il pomeriggio. Arnold ascoltava la musica che si confondeva con i battiti di pioggia sul tetto; James leggeva il giornale e Jane suonava il pianoforte.
Ma perché gli attraeva la California ? Probabilmente per il fatto che vi era il mare.
Passò una settimana, dal temporale e i tre partirono, incuriositi al massimo.
Il viaggio non fu per niente monotono. Il treno correva veloce e Jane si era portata anche dei libri da leggere, di genere giallo e sentimentale. Arnold e James in quella occasione, stimolati dal viaggio fecero tante domande alla ragazza. Il tragitto durò tre giorni appunto e finalmente arrivarono in California. Usciti dalla stazione li si presentò immediatamente davanti il mare. L’obbiettivo del viaggio era raggiunto. In alto volavano gabbiani. Si diedero tutti e tre velocissimamente la mano, per pochi secondi. Il momento si dimostrò romantico e dolcissimo al tempo stesso. Poi James sbadigliò, Jane prese un caffè al bar vicino, Arnold rimase in silenzio, guardandosi intorno.
Si recarono subito all’ Albergo dove avevano già precedentemente fissato il soggiorno estivo. Si trattava di un Albergo abbastanza di lusso: aveva quattro stelle. Si mangiava anche bene, dopotutto. Restava situato vicino al mare. I tre avevano prenotato due camere: una per i due amici, l’altra per Jane. Avevano deciso di rimanere lì per una decina di giorni. Non poco. Dopo essersi definitivamente accordati con il proprietario sui prezzi del soggiorno, poco ore dopo l’arrivo, se ne andarono immediatamente sulla spiaggia. Il mare gli colpì immediatamente, tutti. Il vento leggero li attraversava come musica, li rendeva ancora più gioiosi e interessarti l’uno dell’altro. Si stavano capendo del tutto che erano oramai l’uno innamorato dell’altro. Il mare rappresentava lo sfondo a quello che era un quadretto composto da loro tre…
Jane era bellissima e oramai si capiva del tutto che non era per niente solamente un’amica. Tutti e tre fecero molti bagni. A volte stavano nell’acqua per decine e decine di minuti, guardandosi, spruzzandosi l’acqua, ridendo. Il tempo trascorreva con loro che parlavano, leggevano; vivendo al massimo ogni momento.
La sera, dopo cena, sul tardi, se ne tornavano sulla spiaggia a guardare le stelle e rimanevano per diversi minuti in silenzio. Jane:”- Vorrei stare con voi per tutta la vita. Siete senza dubbio i miei amici migliori-“: :”- James- Che carina che sei-“: Sulla spiaggia, quella sera il tempo sembrava essersi fermato, ma positivamente.
Ma andiamo avanti, proseguiamo nella storia…
Tra i due quello a cui piaceva più Jane era Arnold. Forse perché James era sposato. Jane, però guardava senza dubbio più James. E lo si notava.
I tre ritornarono in New York e l’estate finì.
Arnold, si sa rimaneva tutto preso dalla propria professione, ma comunque sia la giovane Jane lo aveva colpito moltissimo e pensava molto, quando tornava da scuola alla vacanza in California. Era : innamorato.
Oramai le cose stavano prendendo decisamente una nuova sembianza. Dopo la vacanza in California, James sembrava essere il più fortunato per ciò che riguarda il rapporto con la giovane cameriera.
Arnold amava già abbastanza Jane ma quest’ultima sembrava attratta più dal suo amico, James; così Arnold stava male.
Tra loro due stava nascendo qualcosa di più di una semplice amicizia, come prevedibile già sin dall’inizio. Questo anche se James era sposato.
Jane era animo d’artista, ma sicuramente in amore, nel campo sentimentale si dimostrava e si era dimostrata, audace. Questo sicuramente. Viveva ancora con i genitori, che lei reputava indifferenti, anche se parzialmente. Aveva interrotto gli studi a causa del licenziamento del babbo che aveva generato un disagio, nella famiglia in campo economico. Lei così si era fatta in quattro per cercare un lavoro e non aveva trovato d meglio che fare la cameriera. Ma a parte questo, il suo vero sogno restava quello di diventare famosa con la musica. Del resto già da tanti anni studiava sia canto, che pianoforte. E tutto questo gli trasmetteva grande soddisfazione. Anche James ed Arnold erano restati entusiasti e colpiti dalla sua bravura. Però per ovvi motivi economici, non poteva esimersi dal lavoro. Come dicevo precedentemente in amore era coraggiosa, per non dire sfrontata. E questo lo capiranno sia il Signor Clark che il Professor Smith. Nel bene e nel male.
Un giorno Jane , che abitava da sola, decise di invitare a casa sua a cena proprio il banchiere.
Trascorso quasi un anno dal momento in cui aveva conosciuti i due amici al Ristorante italiano, nel periodo autunnale invitò a cena lo stesso James. E egli accettò l’invito molto felicemente. Jane stava per diventare così nientemeno che la sua amante. In quel periodo e in quel paese, il fatto avrebbe sicuramente suscitato qualcosa…
Il signor Clark fece una doccia, si vestì abbastanza elegantemente e prese la macchina. Una volta per strada, si mise decisamente a cercare un fioraio per comprare delle rose rosse da regalare alla ragazza. Voleva assolutamente fare bella figura. Trovò aperto il fioraio e comprò fiori bellissimi. Si trattava di rose rosa. La giovane non abitava lontano dall’abitazione di James. Qualche chilometro. Ancora in viaggio sentiva il cuore battere per lei, per Jane. La desiderava, ma ancor di più che come amica. La voleva fisicamente. James :”- Sono troppo innamorato e questo da un anno; non riesco a staccare il pensiero da lei. Chi se ne importa di cosa dirà la gente. Del resto non sono religioso.-“:
Arrivato a destinazione suonò il campanello. Si trovava ai piedi di un bellissimo palazzo. Salì così le scale, mentre tutto contenta lei lo stava aspettando sulla soglia di casa. Lo fece entrare e lui le diede le rose. Si guardarono negli occhi. Erano entrambi innamorati. Jane :”- Che carino che sei, grazie.-“:
La giovane donna, brava a cucinare, aveva preparato una cena piuttosto opulenta. Subito dopo l’ingresso del banchiere in casa, Jane gli diede un bacio sulla guancia, guardandolo. Lui sorpreso leggermente la fissò. James :” E dalla prima volta, dal primo istante che ti ho visto che sogno questo momento. Ti ringrazio per avermi dato questa possibilità. Anche se sono sposato, non rifiuto certamente la tua disponibilità. Sono di te affascinato anche dal modo con cui suoni il pianoforte. Quando suoni il tuo sguardo cambia e anche le tue mani attraggono molto. Ti stimo molto anche se ti o visto solo una volta.-“:
Prima di cenare si sedettero sul comodissimo divano del salotto e si misero ad ascoltare un po’ di musica. Musica Classica e Jazz. Ad un certo punto Jane s’alzò e si sedette sullo sgabello davanti al pianoforte. Prese uno spartito tra i tanti e si mise a suonare. James spontaneamente applaudì prima ancora che la ragazza avesse terminato il primo pezzo. La musica scelta era di Vivaldi. James l’osservava, innamoratissimo.
Il sole era da poco tramontato, ma vi era ancora un po’ di luce che filtrava dalle persiane mezze tirate giù. Jane si spostò e accese una candela. Continuò a suonare, l’atmosfera era soffusa e Jane appariva sempre di più, molto brava. James venne preso da brividi di felicità. Continuò ad osservarla, fumando un paio di sigarette. Jane :”- Adesso sarai contento…-“:
Cenarono e a tavola non parlarono molto. Ma comunque finito di mangiare tornarono sul divano e lì dopo pochi secondi si presero per mano. Si baciarono e s’addormentarono lì.
Si svegliarono la mattina tardi. Jane era oramai diventata l’amante di James, anche se ancora per una volta solamente. Fecero colazione si salutarono e decisero di rivedersi il più presto possibile.
James però per la strada del ritorno venne preso da un senso d’inquietudine molto forte; non gli pesava solamente il fatto di essere sposato, che anche aveva la sua rilevanza ma lo preoccupava bensì ancora di più il fatto che anche il suo amico migliore, Arnold, si lo stesso Arnold, era innamorato della medesima persona. Tornato a casa si addormentò nuovamente sul divano; mentre la moglie era a lavorare. Sognò che l’amico saputa la notizia, essendo molto sensibile si sarebbe suicidato.
Si risvegliò che oramai erano le cinque del pomeriggio; la moglie, che in una biblioteca lavorava sarebbe tornata da lì a poco.
Come scrisse S. nell’ l’Amleto, :” Ci sono più cose tra il cielo e la terra, Orazio, di quante non e sogni la tua filosofia.-“:
Arnold, poco tempo dopo riuscì a sapere da James la notizia. Si erano incontrati per caso in strada. James confessò la cosa all’amico. Per non mentire.
Arnold era rimasto fortemente disturbato dalle decisione di Jane di preferire James a lui e di essere diventata del carissimo amico, l’amante.
La mattina seguente l’incontro con James, il professore se ne stava sdraiato sopra il letto di casa e rimuginava in continuazione. Non aveva più punti fermi. Oramai anche il suo miglior amico l’aveva tradito. Era fortemente ansioso. Cosa gli stava accadendo ?
Purtroppo gli venne la voglia di suicidarsi come estremo rimedio per non pensare più a niente; nei suoi pensieri infatti il suicidio diventava l’unica soluzione a tutto. Anche se voleva bene a tutti, nonostante tutto purtroppo decise di farlo comunque. Si procurò una corda e riuscì in qualche modo a legarla al soffitto. Poi, però mentre stava per compiere quel gesto estremo, cambiò velocemente idea. E non si uccise Arnold :” -Perchè uccidersi, si domandò.-“: Non ne valeva proprio la pena: si mise immediatamente a piangere. Quei pochi minuti di pianto lo fecero crescere enormemente, maturare.
Cominciò a ragionare dentro di sé. Si ricordava di tutto; stava maturando. Nell’ultima parte della storia, era subentrato in lui un senso di tristezza e di dolore, scaturito dal comportamento sia di Jane che di James. Trascorse solamente un’ora dal gesto insensato che Arnold pensò di fare un viaggio, non molto lungo ma un viaggio; nei suoi pensieri sentiva il desiderio di cambiare città. Era scombussolato, si direbbe oggi.
Tra l’altro si ricordò improvvisamente come un lampo di possedere una moto nel garage, che apparteneva ad un suo vecchio zio che l’aveva lasciata lì oramai da diverso tempo. Scese le scale ed entrò direttamente nel garage; appena vista la moto gli tornò alla mente quando da piccolo suo zio lo portava in giro proprio con lo stesso mezzo. Aveva davanti una discreta moto, vecchia ma di marca. Si fece il segno della croce e salì sopra la moto. Le chiavi erano rimaste ancora infilate nella moto, anche se era molto tempo che la moto era ferma, nel garage. Girò le chiavi, il mezzo s’accese e partì.
Per fortuna il viaggio fu pieno di sorprese; infatti incontrò, per il cammino tre persone. Ebbe così modo di divertirsi e distrarsi un po’, dopo la tremenda mattinata appena trascorsa. Infatti subito dopo qualche chilometro di strada, verso ovest, vide un autostoppista. Arnold lo fece salire sopra la moto, anche perché andavano verso la stessa direzione. Ma le sorprese continuarono. Il secondo incontro fu quello di una giovane ragazza. Che fosse una prostituta? Arnold- tutto bene?- la P-Si- Non si sa. Poco dopo i due, ovvero il professore e l’autostoppista entrarono in un paesetto. Entrarono nel centro dove vi era un “disgraziato” che suonava la chitarra, per tutti. Il chitarrista, in pratica chiedeva anche di essere remunerato, con dell’elemosine.
Comunque sia, alla fine lasciò l’autostoppista nel paese e decise di far ritorno a casa. Il ritorno fu senza dubbio molto più veloce dell’andata.
Ormai, per fortuna la tristezza lo aveva abbandonato e adesso riusciva a vedere il tutto in modo più calmo e tranquillo. Arnold, :”- Sono stato veramente intelligente sono riuscito a salvarmi dalla morte.-“: e cominciò a superare, anche se lentamente l’innamoramento nei confronti di Jane. Parcheggiò la moto nuovamente nel garage e s’addormentò. Dormì per diverso tempo e quando si svegliò era felice, per fortuna.
Le vicende accadute fanno parte adesso del passato. Tutto appartiene al ricordo: la loro amicizia, la cena al Ristorante, la conoscenza di Jane la cameriera, ecc…
Tutto ricomincia dieci anni dopo, terminato da poco il Secondo Conflitto Mondiale.
James Clark, Arnold Smith e Jane Miller la cameriera nell’arco di tutto questo tempo non si erano più visti né sentiti; ognuno chiaramente andava decisamente per la propria strada. James con l’aiuto interventista dello Stato, il superamento della crisi era riuscito a tornare a fare l’impiegato di banca. Comunque sia i suoi rapporti con la moglie non andavano bene. I due litigavano spesso, avevano caratteri diversi. Fortunatamente non avevano figli.
Arnold invece stava bene. Ma le sorprese per il signor Smith, non erano terminate.
Infatti aveva ricevuto una lettera di lavoro nella quale lo si pregava di emigrare in Europa, per trovare occupazione in una famosa Università Inglese. Era stato chiamato per insegnare e eseguire ricerche in campo storico-filosofico. Ad Arnold era piaciuta molto l’idea. Anzi ne andava fiero. Sia perché sognava da molto tempo di fare un viaggio in Europa, anche se soltanto a scopo turistico. Sia perché si alzava il livello del suo lavoro.
Invece Jane, adesso, non abitava più a New York. Si era trasferita addirittura in un altro stato; precisamente da un suo vecchio zio. Si era licenziata dal Ristorante e aveva ripreso gli studi , precisamente musicali. Ambiva diventare famosa a suonare il pianoforte. Anche lei non aveva più visto ne James né Arnold.
Per Arnold una cosa era certa : sarebbe emigrato in Europa. Ma una mattina scendendo le scale, prese la posta da poco arrivata, dalla cassetta. La guardò attentamente: era nientemeno che una lettera dell’ex amico banchiere. Arnold era stupito, ma anche commosso e contento. Contento di risentire, anche se soltanto per lettera il suo vecchio, caro, amico, compagno. Così aprì la porta d’ingresso e cominciò a camminare sul marciapiede che correva velocemente attraversato da tutti. Dopo qualche decina di secondi aprì la missiva. In essa, James usava un tono amichevole e affettuoso. Si scusava decisamente con l’amico di quello che era accaduto con Jane. Pregava l’amico di perdonarlo. Come dice S. nell’ Amleto : “-Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne sogni la tua filosofia.-“: Tra l’altro anche James manifestava apertamente il progetto d’emigrare in Europa. Arnold rimase felicissimo di tutto ciò.
Tempo dopo, trascorse alcune settimane dalla lettura della corrispondenza, il Professore riscrisse all’amico. Lo invitava a rincontrarsi per discutere sul viaggio in Europa.
I due così, si ritrovarono nel Parco. Proprio come era accaduto anni prima. Si, fissarono lì, nel medesimo Parco.
Discussero di svariate cose, adesso appartenenti al passato, ricordando tutto: come il loro primo incontro, la cena al Ristorante, la discussione sull’Europa al Parco, per terminare con il ricordo di Jane e dell’ eccezionale gita in California. A proposito ricordarono la felicità provata durante quella vacanza, durata più di una settimana, nel mese d’Agosto.
I due, continuarono a vedersi e sentirsi per telefono, quasi ogni giorno.
Le settimane passavano velocemente mentre si vedevano sempre al Parco e a volte, tra i tanti argomenti si domandavano anche che fine avesse fatto Jane. Stavano lì per alcune ore, riflettendo e discutendo; al tramonto se ne tornavano a casa.
Trascorsero alcune settimane fino a che venne il giorno preciso in cui i due amici optarono orgogliosamente di prendere l’aereo per andare in Europa. La meta stabilita era Londra, in Inghilterra.
Arrivò finalmente il giorno della partenza, una mattina fredda d’ ottobre. Partirono avendo comunque delle perplessità. In definitiva James non lasciò pero sola la moglie che emigrò con lui in Inghilterra. Quest’ultimo sarebbe riuscito a lavorare in una banca inglese, mentre anche la moglie avrebbe lavorato. Aveva accordato tutto, prima della partenza.
Arnold si domandava alcune cose concrete sulla sua permanenza a Londra. C’era anche da sottolineare che lui, adesso , soffriva di qualche piccolo disturbo psichico anche se non grave. Arnold :”-Caro amico, sono sicuro che ce la faremo.-“: James :”- Ne sono fermamente convinto. Poi l’Europa è bellissima e anche Londra lo è. Siamo entrambi sulla strada giusta.-“: Mentre l’aereo stava per decollare Arnold si commosse un po’, ricordando i momenti della scuola, quando insegnava. Poi il pensiero venne attratto da argomenti politici. Come la crisi economica, nota come Grande Depressione, il Nuovo Corso, Il Presidente degli Stati Uniti.
In poco tempo arrivarono a Londra e la città vista dall’alto era ancora più bella.
E Jane? Non sapevano esattamente dove abitasse ma avevano voglia di scriverle una cartolina. Arnold:”- mi piacerebbe salutare Jane. –“: James:”- anche a me.-“: Arnold:”- Chissà come starà. Sono certo che diverrà una musicista affermata e nonostante tutto si ricorderà anche di noi. Ma avrà voglia di risentirci?.-“:
Così come la prima volta fuori dal Ristorante, tanti anni prima i due si misero a parlare di Jane. Ma soprattutto erano allegrissimi di rivedersi e di essere nuovamente amici. Adesso li aspettava un altro periodo della loro vita . Adesso stavano viaggiando verso l’Europa e questa rimaneva al momento la cosa più bella di tutte; al di là di Jane e di tutto il passato.
L’amicizia aveva vinto, sul resto…