Di Massimo Acciai Baggiani

L’anno è iniziato con un’interessante lettura: un breve romanzo di Paulo Coelho, di cui ho già letto diversi libri, intitolato Il Diavolo e la Signorina Prym. La trama è piuttosto semplice e lineare: nel paesino di Viscos giunge uno straniero tentatore che offre una grossa ricchezza in lingotti d’oro agli abitanti se, entro una settimana, ci sarà un omicidio. La cosa sorprendente è che questi ultimi accettano il patto satanico all’unanimità, designando come capro espiatorio una povera vecchia indifesa che non ha mai fatto del male a nessuno. Lo straniero ha proposto il diabolico patto per dimostrare a se stesso che l’uomo è per natura malvagio e che non esistono uomini “buoni”: dietro questo piano c’è un dramma personale terribile, la morte della moglie e della figlia del ricco straniero in un rapimento finito male. I personaggi degni di nota sono diversi, non ultima la giovane del titolo (che avrà un ruolo risolutivo nel finale… almeno questo non lo spoilero), ma quello che più mi ha colpito è la figura del prete che, straniero anche lui, benedice il “sacrificio” con parole che fanno venire i brividi tanto sono radicate nella Storia umana e della chiesa cattolica in particolare: «Signore, Tu hai detto che nessuno è buono: accettaci con ogni nostra imperfezione e, nella Tua infinita generosità e nel Tuo infinito amore, perdonaci. Così come hai perdonato i crociati che uccisero i musulmani per riconquistare la Terra Santa di Gerusalemme, come hai perdonato gli inquisitori che volevano preservare la purezza della Tua Chiesa, come hai perdonato coloro che Ti offesero e Ti inchiodarono sulla croce, perdonaci: dobbiamo offrire un sacrificio per salvare il paese.»[1]
Così come Giuda era stato “strumento divino” affinché le Scritture si compissero, rendendo quindi il Male necessario, si crea qui un paradosso insolubile che sfocia nella schizofrenia e nella blasfemia. Il paese avrebbe bisogno di quel denaro pagato col sangue di una innocente, ed è disposto a dannarsi per questo, ma per essere quindi perdonato da un dio che mira a riempire la chiesa di abitanti presi dal rimorso, come dire che il fine giustifica i mezzi (il Male serve il Bene, o forse viceversa). Personalmente ho sempre schifato i massacri perpetrati in nome di qualsiasi divinità; il romanzo di Coelho, avvincente come un thriller, sembra darmi pienamente ragione.
Firenze, 2 gennaio 2022
Bibliografia
Coelho P., Il Diavolo e la Signorina Prym, Milano, Bompiani, 2002.
[1] Coelho P., Il Diavolo e la Signorina Prym, Milano, Bompiani, 2002, p. 122.