Massimo Acciai Baggiani legge la fine di Due passi indietro (Porto Seguro, 2020) durante il Chille’s Corner – Speciale – Giornata Mondiale del Libro, organizzato da Chille de la Balanza, evento online del 23 aprile 2020.
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Booktrailer della Trilogia delle Radici
Radici e Cercatori di storie e misteri
Una passeggiata nel bosco
Di Massimo Acciai Baggiani
Questa domenica fa così caldo che nessuno direbbe, giudicando solo dal sole estivo che splende in un cielo privo di nubi, di un azzurro intenso, che mancano meno di due mesi a natale. Gli escursionisti si liberano presto degli abiti pesanti, portati “perché non si sa mai”, rimanendo in mezze maniche, e tirando infine fuori i berretti per proteggersi dai raggi sulla testa, nelle parti più esposte. Nel bosco però si sta bene, tra l’ombra e le macchie di luce che fanno brillare il verde. L’autunno regala anche altri colori vivaci; l’inverno tuttavia pare lontanissimo.
Appuntamento all’azienda agricola TerrAdoro alle dieci di mattina: io e i miei amici arriviamo con un certo anticipo. Abbiamo raggiunto il luogo di ritrovo con la macchina di Carlo Menzinger[1] e sua moglie. Con me c’è anche Miriam, la mia amica messicana. Più tardi arrivano anche Sergio Calamandrei[2] e consorte. Gli altri partecipanti non li conosco: l’unico altro volto noto è quello di mio cugino Pino Baggiani, la nostra guida, esperto di piante autoctone toscane.
Il gruppo è composto da una quarantina di persone: Pino ci accompagna in questa escursione nel bosco di Sommaia, nella parte alta di Calenzano, con la sua esperienza e pazienza infinita con i bambini troppo vivaci. Insieme alla collega Silvia Mazzoni, con cui ha condotto il corso sulle piante officinali e commestibili che si conclude oggi, si ferma di tanto in tanto a darci qualche spiegazione su alcune specie vegetali incontrate lungo il sentiero – il pungitopo, il finocchio selvatico, il cipresso, il cerro, il frassino e l’alaterno.
«Guardate!» Pino indica una sfera marrone simile a una ghianda, attaccata al ramo di una quercia. «Questa conteneva un uovo di cinipede; l’albero lo ha rivestito con questa galla e l’insetto, una volta uscita dall’uovo, ha fatto un buco qui ed è andato via.»
Pino ci mostra un minuscolo foro nella “galla” legnosa. Affascinante.
Per quanto riguarda il cipresso, albero molto presente in Toscana ma associato in altre regioni soprattutto ai cimiteri[3], mio cugino ci mostra le differenze tra la forma “femminile” – più selvatica e con i rami più allargati – e quella “maschile” che conosciamo meglio per la sua classica forma a fiammella.[4]
«Sapete perché l’olivo nasce sotto il cipresso?» ci domanda Pino. Nessuno sa spiegare questa stranezza.
«Spesso le olive sono predate dagli uccelli, in particolare gli storni, mangiandoli nell’intimità del folto della chioma del cipresso e poi evacua il nocciolo dell’oliva del giorno prima proprio sotto il cipresso, sgrassato dall’intestino dell’uccello e favorendo così la germinazione.»
Lungo il cammino troviamo anche qualche fungo velenoso, da cui siamo messi in guardia. Saliamo fino a un’altitudine di circa 300 metri, quindi riscendiamo fino alla strada asfaltata. Abbiamo incontrato un agriturismo in mezzo al bosco, poi case e stradine di campagna. In meno di tre ore dalla partenza siamo di nuovo all’azienda TerrAdoro. Mi sorprendo piacevolmente di me stesso: la camminata, nonostante le molte salite, non mi ha stancato più di tanto. Vero è che siamo andati molto piano, fermandoci spesso per ascoltare le “lezioni” dei nostri accompagnatori. Abbiamo incontrato mole piante commestibili (tarassaco, rucola, cicoria, eccetera), illustrate da Silvia, così come di piante medicinali: è stato molto istruttivo. Ho scoperto che ad esempio le ghiande avevano un largo consumo alimentare nel passato, come è ben spiegato in un libro di Marco Giovannoni[5] che mio cugino ci consiglia come lettura. Sicuramente mio cugino, se si perdesse nel bosco, saprebbe sopravvivere: saprebbe cosa mangiare e cosa no (a differenza di me).
È ora di ristorarci con un buon pranzo vegetariano all’aperto, presso l’azienda: tutta roba genuina, prodotti locali – risotto di borragine, minestra di topinambur, tofu con verdure, frittata, pasticcio di melanzane, eccetera – e d’altra parte l’appetito certo non manca. È una buona occasione conviviale per commentare la nostra esperienza in mezzo alla natura. Dopo il caffè Pino ci propone di visitare il suo vivaio, distante pochi minuti d’auto.[6]
Il nostro gruppo intanto si è assottigliato; alcuni hanno preferito, dopo pranzo, rientrare a casa. Io e i miei amici invece siamo curiosi di vedere l’opera di mio cugino – anche se io l’avevo già visto in un’altra occasione – di cui parla anche in un articolo su «A.DI.PA.» e su «Bullettino».
Il vivaio di Pino ci riserva molte sorprese; si vede la grande passione che ci ha messo nel raccogliere nei boschi toscani i semi delle varie specie, di cui conosce ogni segreto. La sua passione traspare dalle sue parole, mentre ci mostra i suoi tesori. La giornata volge ormai al termine; è tempo di rientrare. È stata senza dubbio un’esperienza interessante, così insolita per un abitante della città come sono io.
Firenze, 7 brumaio ’28 (29 ottobre 2019)
IUA-n°-10-Anno-VI-Novembre-2019 (N° 10, Anno VI, novembre 2019 de «L’Italia, l’Uomo, l’Ambiente».)
Note
[1] Scrittore fiorentino, autore di racconti e romanzi ucronici, a cui ho dedicato il mio libro biografico Il sognatore divergente (Porto Seguro, 2018).
[2] Altro scrittore fiorentino, amico di Carlo Menzinger, specializzato sul genere giallo.
[3] Il motivo lo chiariamo nel nostro libro sul Valdarno che stiamo attualmente preparando io, mio cugino e Italo Magnelli, terzo libro di una trilogia iniziata con Radici (Porto Seguro, 2017) e proseguita con Cercatori di storie e misteri (Porto Seguro, 2019).
[4] Vedi anche la storia del Cipresso di Campestri in Acciai Baggiani M., Baggiani P., Magnelli I., Radici, Firenze, Porto Seguro, 2017, pp. 64-66.
[5] Giovannoni M., Ghiande e uso alimentare umano, Arezzo, Compagnia delle foreste, 2019.
[6] Vivaio Massedonica, Località Baroncoli, Calenzano.
Presentazione di un libro sul Mugello e uno sul Casentino
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E’ uscito LA QUERCIA DI GIOTTO E ALTRI SCRITTI MUGELLANI di Siro Baggiani
A cura di Massimo Acciai Baggiani
Illustrazione interna di Andrea Cantucci
ISBN 9788899624262
Curare questa raccolta di scritti di mio zio Siro è stato per me come continuare un viaggio di scoperta iniziato l’anno scorso con la stesura di Radici (Porto Seguro, 2017): una ricerca entusiasmante di un passato familiare che ho affrontato con mio cugino Pino e l’amico Italo Magnelli. Questo libro è in qualche modo complementare a quello: si parla anche qui di Mugello, della dura vita nei campi del contadino mezzadro, delle tradizioni, delle novelle che era possibile ascoltare la sera al canto del fuoco nei gelidi giorni d’inverno, delle poesie e delle canzoni di mio zio e delle sue osservazioni sul mondo di oggi e di ieri. Io mi sono limitato a raccoglierle, darle un ordine e fare l’editing, senza volutamente intervenire troppo sullo stile, per lasciare un po’ di quella “rusticità” e freschezza di un autore che non è andato oltre l’istruzione elementare ma che ha dato prova di grande creatività e capacità di arrangiarsi in ogni campo, come un vero contadino d’altri tempi che sapeva fare un po’ di tutto.
Massimo Acciai
Presentazione di “Cercatori di storie e misteri”
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Porto Seguro Show
Sabato 9 marzo alle 17.30, vi aspettiamo in una splendida ed esotica location per la presentazione delle novità della Porto Seguro Editore, in un aperitivo letterario all’insegna del divertimento e dello scambio culturale.
Per la gioia e soddisfazione dei nostri palati ci fermeremo anche per cena, chi volesse unirsi ce lo comunichi pure.
Fra le novità che presenteremo ci saranno:
Riccardo Olivieri
Gustavo Micheletti
Chiara Baldini
Patrizia Volpi
Iacopo Rosolini
Manuel Vescovi
Massimo Acciai, Pino Baggiani e Italo Magnelli
Leonardo Sani
Giorgio Bruni
E tanti, tanti altri!
Presentazione di “Radici”
