Giovanni e Mmquax

«Ma da che pianeta vieni? Non ho mai visto un imbranato più imbranato di te. Sembra che al tuo paese non ci sia niente: non hai mai visto gli alberi, altrimenti perché ti fermeresti a guardarli così da vicino? E non parliamo poi dei fiori! Ogni nuova forma, ogni nuovo colore, ti stupisce e rapisce la tua attenzione. Devi dirmi la verità come fai a non aver mai sentito il calore del sole, il fresco dell’ombra e il bello del camminare sull’erba a piedi nudi? Non puoi essere un terrestre, sulla Terra tutti conoscono queste sensazioni.»

«******°°°°°§§§§§§§»

«Ah ecco adesso ho capito tutto! Vieni da lontano, da tanto lontano parli una lingua che non conosco. Più che una lingua mi è sembrato uno stridere di denti e metallo. Sai che ti dico “coso”? Sei piccolo come me, hai qualcosa come due gambe e probabilmente anche due braccia. Invece i tuoi occhi mi piacciono, sorridere ti viene spontaneo e se ti va, puoi giocare con me!»

«J©Δ¥À»

«Fantastico! Io e te ci capiamo benissimo! Hai visto il film “E.T.”? No? Ma non hai nemmeno la tivù sul tuo pianeta? Che giochi fai? Facciamo una corsa ti va?»

«[»ªª»

«Era un sì? Mi pare di aver capito che hai voglia di correre! Dài guarda che bel prato, seguimi! Rotola dai, buttati sull’erba è morbido, fresco, non ci sono sassi, fai come me, senti che bellezza. Io mi chiamo Giovanni e ho dieci anni, ti posso chiamare Max, se sei d’accordo. Ah, non parlare non ti capisco, fai un cenno con la testa. Fai così se ti piace, così se non vuoi.»

«Sì mi piace»

«Non c’ho capito niente! Max è bello stare qui vero? Hai fame? Possiamo fare a metà della merenda che mi ha dato la mamma. Tieni assaggia, sono biscotti con le mandorle, li ha fatti la nonna ieri, prova a dargli un morso. Eh che ti dicevo, sono buonissimi!»

«[JJgrr…»

«Oh! Stai provando a parlare nella mia lingua? Sai ho visto un film di fantascienza dove un extraterrestre parlava in un aggeggio colorato che riusciva a tradurre nella nostra lingua quello che diceva. Ce l’hai anche tu?»

«Gio $¥Xni»

«Bravo Max! Giovanni e Max grandi amici. Prova ancora! Vuoi un altro biscotto? Oh è l’ultimo, facciamo a metà da bravi amici!»

«Maxµx… sì.»

«Adesso ci vorrebbe un bicchier d’acqua! Avete l’acqua su da te?»

«Nonna… x»

«La nonna mi ha comprato un bicchiere speciale guarda: si chiude e si apre così, sta in tasca e non dà fastidio e quando voglio bere vado alla fonte, lo apro e bevo. Andiamo alla fonte a bere? L’acqua è fresca e buona, dai ti faccio provare anche questa specialità della Terra.»

«Uaaaquaaaaaaaa»

«Corri! Sei diventato bravo, sei più dritto adesso; ti voglio far assaggiare l’acqua, non sai cos’è? Sentirai che buona!»

«Giovvvanniii, Giovanni, Giovanni!!»

«Bravo, ci sei riuscito! Adesso prova il tuo nome: Mm aa x»

«Maaaz… mass… Max!»

«Eccoci qua: vedi questa che scorre a valle è l’acqua! Toccala, senti come è fresca? È strana l’acqua vero? Ne vedi tanta ma non la puoi prendere! Però quando arriva giù a valle ci puoi giocare, nuotare, fare i tuffi. Ehi non fare quella faccia triste, un giorno ti ci porto e ci divertiremo da matti, promesso, adesso però allunga la mano, prova a sentirla, poi ne beviamo un po’, va bene?»

«Uuhh ¶Âë … acqua! Questa è acqua buona, mangio acqua!»

«Stai facendo progressi, impari alla svelta: sei come me. Anche io imparo presto, la maestra mi dice sempre che ho l’intelligenza per… sper… picace… perspicace. Credi a me, quando andremo a casa la mamma non si accorgerà che sei strano, dirò che sei un mio compagno. Allora prendiamo il bicchiere e beviamo un po’ d’acqua prova!»

«Acqua? Bicchiere? Acqua ti prendo con le mani!»

«Max no! Non si fa prendere l’acqua, scappa via, meglio con questo. Vedi come è bello pulito, è trasparente così ci vedi a traverso. Una volta usavano le foglie grandi come piatti ma per bere era un problema, credimi l’unico modo è questo piccolo recipiente. Prova, assaggia, manda giù!»

«Acqua! Buona acqua! Bicchiere, no foglia, meglio questo! Giovanni e Max amici!»

«Lo puoi dire forte Max! Nessuno ci dividerà, staremo sempre insieme! Me lo dici ora il tuo vero nome?»

«Mmquax!»

«Max? Ma dai! Ci ho preso allora! Torniamo a casa Max, prima che faccia buio. Non avete il buio sul vostro pianeta?».

                                                                                               Milena Beltrandi

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