La felicità affogata, ovvero un catastrofico ottimismo

Di Massimo Acciai Baggiani

Avete mai avuto la sensazione che più si cerca la felicità, più questa sembra sfuggire? Anche il protagonista di La felicità affogata ha avuto questa spiacevole sensazione, che tuttavia non riesce ad abbattere il suo indistruttibile ottimismo. Nel romanzo breve di Carlo Menzinger, vincitore ex-aequo del Premio per inediti della World SF Italia nel 2023, ambientato a Firenze in un futuro non troppo lontano (anche se non specificato), Lapo Vinci, progettatore e utente di sofisticate sex doll, passa un guaio dietro l’altro, alternando sfighe paurose (addirittura venendo fatto a pezzi da un tritarifiuti) a colpi di fortuna pazzeschi (viene “risuscitato” e si trova tra i pochi sopravvissuti a un conflitto nucleare globale).

Lapo è un personaggio leibniziano, riesce a trovare in ogni situazione – per quanto disperata – qualcosa di buono, mentre tutto intorno a lui va in malora. Certo, anche lui ha i suoi momenti di sconforto, come quando l’amore della sua vita muore di parto, lasciandogli un bambino da crescere da solo in un futuro che appare a dir poco disastroso. Lapo ha comunque un cuore, anche se non in senso letterale da quando è stato impiantato in un corpo meccanico.

Carlo è famoso per le sue distopie e per la sua, più che giustificata, preoccupazione per il futuro del nostro pianeta – motivo ricorrente di tutta la sua opera, compreso il recente Psicosfera, con la collaborazione del sottoscritto – ma la sua visione non è mai del tutto negativa. Il personaggio di Lapo appare così in buona parte autobiografico, a mio parere, almeno nella sua visione del mondo.

Anche quest’opera, per quanto breve, è ricca di invenzioni futuribili e scenari sociali inquietanti. Ci possiamo solo augurare che le previsioni per il futuro non siano così esatte: intanto ci possiamo godere questo piccolo gioiello di fantascienza italiana che nulla ha da invidiare alla produzione d’oltre oceano.

Firenze, 10 aprile 2024

Bibliografia

Menzinger C., La felicità affogata, Chieti, Tabula Fati, 2024.

Insegnare la letteratura

Di Massimo Acciai Baggiani

Il volumetto degli amici Massimo Seriacopi e Clara Vella nasce da una serie di webinar organizzati dall’Associazione Lingue Firenze in collaborazione con l’ANILS, di cui Clara è consigliera regionale; esso si compone di due parti, curate rispettivamente da Seriacopi e da Vella, comprendenti alcuni brani di letteratura italiana e inglese del Novecento antologizzati e commentati dai curatori, con un inquadramento storico-biografico, una guida alla lettura e una serie di esercitazioni destinate agli studenti.

Iniziamo con un brano tratto da Il fanciullino a cui segue la famosa poesia di Giovanni Pascoli La mia sera. Di Luigi Pirandello è stato scelto un brano da Uno, nessuno, centomila mentre di Umberto Saba viene proposta Città vecchia (che ispirò l’omonima canzone di Fabrizio De André). I fiumi di Giuseppe Ungaretti chiude la prima parte del libro.

La seconda parte, curata da Clara Vella, presenta brani in lingua inglese di autori vari (Yeats, Joyce, Burroughs, Rive, Thwaite) e sviluppa le competenze interlinguistiche oltre a quelle più prettamente letterarie.

In conclusione, il libro è a mio parere un utile strumento per insegnanti e studenti di scuola superiore, edito dalla giovane casa editrice toscana Setteponti.

Firenze, 30 marzo 2024

Bibliografia

Vella C., Seriacopi M., Insegnare la letteratura, Castelfranco Piandiscò, Setteponti, 2024.

Un break con Milena Beltrandi

Di Massimo Acciai Baggiani

Milena Beltrandi è una delle mie allieve al laboratorio di scrittura che tengo settimanalmente al Torrino di Santa Rosa; un’ottima allieva, che ho visto crescere artisticamente e diventare una scrittrice di tutto rispetto. Suoi sono i romanzi thriller della serie dell’agente Milo, da me recensiti (ad esempio Sottili coincidenze e La formula del sole), oltre ad Azzurro come gli occhi di Loretta, un thriller ambientato nel mondo degli autotrasportatori. Suoi sono i racconti che ho pubblicato su SDP (Nome e cognome e Giovanni e Mmquax). Il primo di questi racconti è confluito poi nella sua ultima raccolta, Break tisana e caffè, edita quest’anno con ilmiolibro.it, insieme ad altri testi scritti come esercizio per il laboratorio di scrittura suddetto.

Mi sento in piccola parte responsabile di questa pubblicazione, in quanto proprio io ho fornito i temi di alcuni testi, poi letti e corretti al Torrino, e ciò mi fa molto piacere data l’alta qualità della scrittura di Milena, che nel suo libro alterna narrativa e ricette di cucina (Milena è anche un’ottima cuoca, come abbiamo sperimentato al laboratorio, quando ci portava le “sfrappole” o altri dolci di sua creazione).

Break tisana e caffè è un libretto delizioso, fortemente autobiografico, che ci trasporta a volte nel regno della fantasia (bellissimo il racconto in cui la protagonista si risveglia… col corpo dell’altro sesso) ma più spesso nella nostra realtà quotidiana, tra ricordi e ispirazioni gialle, storie familiari e incontri imprevisti (ho apprezzato particolarmente quello in cui la protagonista, la stessa Milena, incontra… i Pooh, il mio gruppo musicale preferito). I racconti sono brevi, quasi dei flash, molto vari e lo stile è scorrevole: una lettura che vedo particolarmente adatta in un bar, gustando una buona merenda, con un sottofondo jazz… ma va bene in qualsiasi altro contesto. Brava Milena, aspettiamo la prossima raccolta nata dai temi che ti darò nei prossimi incontri al Torrino!

Firenze, 27 marzo 2024

Bibliografia

Beltrandi M., Break tisana e caffè, ilmiolibro.it, 2024.

Palomar in Esperanto

Di Massimo Acciai Baggiani

Palomar, uno degli ultimi libri di Italo Calvino (1923-1985) pubblicati mentre l’autore era ancora in vita, non è certo un libro facile: tanto di cappello a Nicolino Rossi per la sua traduzione in esperanto, per aver reso nella lingua internazionale la prosa complessa dello scrittore italiano di cui cadeva un anno fa il centenario della nascita. Proprio per celebrare questa importante ricorrenza la FEI ha deciso di pubblicare questo volume, e ha fatto bene: Nicolino Rossi, nome importante nella letteratura Esperanto, ha fatto un ottimo lavoro, spingendo la lingua fino alle sue estreme capacità espressive, così come ha dovuto fare nel tradurre e pubblicare, sempre nel 2023, la traduzione delle Cosmicomiche.

Italo Calvino non ha certo bisogno di presentazioni per il pubblico italiano, ma forse è utile dire qualche parola su di lui per il pubblico esperantista straniero. Nato a Cuba 101 anni fa, Calvino inizia la sua carriera letteraria negli anni Quaranta con il romanzo neorealista Il sentiero dei nidi di ragno. Seguono nel decennio successivo tre romanzi di genere fantastico-surreale, noti come La trilogia dei nostri antenati (Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente) che sono dei veri e propri classici. Negli anni Sessanta escono le novelle di Marcovaldo e le già citate Cosmicomiche, mentre per gli anni Settanta vanno ricordati almeno Le città invisibili e Se una notte d’inverno un viaggiatore. Calvino muore a Castiglione della Pescaia per un ictus nel 1985.

Palomar, dicevamo, è un libro difficile: va gustato a piccole dosi, centellinato come buon vino. Ogni capitolo/racconto, per quanto breve, è denso di riflessioni filosofiche sull’universo di cui il protagonista cerca la chiave nascosta per comprenderne il senso profondo: così in una singola onda che increspa il mare, nel fischio di un merlo, nell’accoppiamento di due tartarughe in giardino, perfino nel riflesso del sole il signor Palomar – che deve il suo nome al celebre osservatorio sull’omonimo monte negli Stati Uniti – cerca il segreto finale del tutto, ma essendo un tipo piuttosto nervoso e non provvisto della necessaria pazienza, fallisce ogni volta nel suo scopo e si ritrova più confuso e perplesso di prima.

Le avventure filosofiche di Palomar non mancano di un certo fine umorismo che le rende leggere (la Leggerezza è non a caso una delle qualità della scrittura di cui Calvino tesse le lodi nelle postume Lezioni americane, altro libro che varrebbe la pena tradurre in Esperanto) ma riconducono a una certa amarezza di fondo, perché questo senso, se mai esiste, continua a sfuggire.

Firenze, 26 marzo 2024

Bibliografia

Calvino I., Palomar, Milano, Federazione esperantista italiana, 2023.

Passeggiando a Firenze con Antonella Bausi

Di Massimo Acciai Baggiani

Antonella Bausi negli ultimi anni ha sfornato un libro dietro l’altro, tutti di alto livello, tanto da restare sbalorditi: ha iniziato nel 2017 con un saggio sulla famiglia degli Abati, quindi ha proseguito con Pillole fiorentine nel 2022, inaugurando una proficua collaborazione con la casa editrice toscana Setteponti (diretta dall’amico Enrico Taddei), a cui sono seguite le Pillole medicee e per ultimo (ma solo per ora, ci sono già altri libri in attesa di pubblicazione) Passeggiate fiorentine. Cosa accomuna la produzione letteraria di Antonella? I titoli già lo svelano: la protagonista è sempre Firenze, la nostra amata città, così carica di storia e di storie, oltre che di opere d’arte di ogni genere.

Passeggiate fiorentine segue lo stile degli altri libri, a metà tra saggio divulgativo e narrativa: i personaggi rivivono nelle pagine di Antonella come persone, con i loro drammi e le loro debolezze, con i loro vizi e virtù. Quasi ogni angolo di Firenze è legato a una vicenda, spesso degna di un romanzo: io che in questa città ci vivo da quando sono nato davo, lo confesso, un po’ per scontata tanta bellezza e tanta fama, ma con questo libro l’ho riscoperta con grande interesse, come già mi era successo con gli altri volumi. Difficile dire qualcosa che il libro stesso, e la bellissima prefazione di Luciano Artusi, già non dica, quindi aggiungerò solo che si tratta di un libro che non può mancare assolutamente nelle librerie di chi ama Firenze.

Firenze, 24 marzo 2024

Bibliografia

Bausi A., Passeggiate fiorentine, Castelfranco, Setteponti, 2023.

I Medici secondo Renato Campinoti

Di Massimo Acciai Baggiani

Tra i miei amici figurano due storici di grande spessore, bravi soprattutto a rendere avvincente e attuale la storia della nostra Firenze: sto parlando di Renato Campinoti, con cui ho pubblicato tra l’altro un libro di racconti (ambientato anch’esso a Firenze) – Strani casi ai tempi del Covid (2021) – e Antonella Bausi, già autrice di vari testi tra la saggistica e la narrativa, dedicati alla nostra città così carica di storia e d’arte, tra cui proprio un libro dedicato ai Medici – Pillole medicee (2023). Vedo diverse affinità tra i due, accomunati, oltre che da un grande amore per la nostra città, da una scrittura scorrevole e coinvolgente in grado di rendere vivi i personaggi storici che tutti ben conosciamo dai tempi di scuola: personaggi che ci sono stati presentati spesso in modo noioso e astratto dal professore di turno, nelle pagine di Renato e di Antonella rivivono come in un romanzo.

Nel libro di Renato, composto di vari racconti che coprono tutta la parabola della famosa famiglia fiorentina (dal XIV al XVIII secolo), troviamo le indagini di Benedetto Varchi, di Artemisia Gentileschi e di altri illustri e meno illustri personaggi che portano alla luce storie di sangue, di vendette, di crudeltà in nome della ragion di Stato. Non a caso Renato è un noto giallista e ciò si sente anche in quest’opera. La storia dei Medici è vista sotto un’altra luce, meno “ufficiale” e più interessante forse. Un libro da leggersi tutto d’un fiato, consigliato a chi è appassionato di Storia e a chi si avvicina per la prima volta a questo affascinante tema.

Firenze, 10 marzo 2024

Bibliografia

Bausi A., Pillole medicee, i Medici a Firenze, una storia infinita, Castelfranco, Setteponti, 2023.
Campinoti R., I Medici a modo mio, a.l.a., 2020.

Leonardo da Vinci e l’uomo del disegno: un romanzo fantasy-storico di Luigi De Rosa

Di Massimo Acciai Baggiani

Ho ricevuto una copia di Leonardo Da Vinci e l’uomo del disegno direttamente dalle mani dell’autore, il giovane Luigi De Rosa, di cui ho già letto e recensito la prima opera, La maledizione di Bes. Con Luigi ho collaborato anche, insieme ad altri dieci autori, al romanzo collettivo Perché non siamo fatti per vivere in eterno?: ne è nata un’amicizia e una stima reciproca che dura negli anni. Di Luigi apprezzo lo stile avvincente e semplice ma rigoroso, come la ricerca storica che sostiene questa sua opera sul Genio di Vinci, tra romanzo storico e fantasy. Un connubio piuttosto curioso per me, ma non troppo: in fondo sono abituato alle ucronie e il libro di Luigi si può leggere appunto come un romanzo di storia alternativa: cosa sarebbe accaduto se la magia fosse esistita davvero in Italia agli inizi del XVI secolo?

Vediamo quindi vari personaggi reali a cui Luigi attribuisce poteri magici (ad esempio la telepatia a Niccolò Machiavelli) e la magia ha un ruolo importante nella guerra che si combatte tra il Vinciano e Vitruvio, l’architetto romano immortalato nel famoso disegno dell’Uomo Vitruviano, miracolosamente uscito dal disegno stesso e ritrovatosi a vivere nel mondo (per lui) futuro… ma non voglio svelare troppo della trama e degli intrighi orditi per nuocere al vero protagonista della storia: Leonardo Da Vinci.

Ho trovato particolarmente avvincente la parte dedicata alla sfida artistica in Palazzo Vecchio tra Leonardo e Michelangelo, la famosa Battaglia di Anghiari. Qui secondo me Luigi tocca i suoi vertici.

Nel romanzo compare un personaggio secondario, comunque importante, chiamato Niccolò De’ Ciatti, un semplice ortolano dal cuore d’oro. Quando l’ho incontrato ho pensato subito a Niccolò Ciatti, il ragazzo massacrato in Spagna da una banda di balordi: avevo visto giusto, si tratta di un omaggio di Luigi all’amico scomparso tragicamente. Omaggio che ho apprezzato molto.

Un’altra curiosità riguarda la genesi di questo libro: commissionato dal mecenate di Luigi, Gabriele Niccolai, amministratore delegato del museo dedicato a Leonardo, a Firenze in via Cavour: ebbene sì, i mecenati esistono ancora, anche se non tutti gli artisti hanno la fortuna di incontrarne uno. Leonardo Da Vinci e l’uomo del disegno esce infatti in una data non casuale: per il cinquecentesimo anniversario della morte del Maestro.

Firenze, 18 gennaio 2024

Bibliografia

  • I già dimenticati, Perché non siamo fatti per vivere in eterno?, Firenze, Porto Seguro, 2019.
  • De Rosa, La maledizione di Bes, Vicenza, Abra Books, 2017.
  • De Rosa L., Leonardo Da Vinci e l’uomo del disegno, Firenze, Libreria Salvemini, 2019.

Cronache di ordinario totalitarismo, ovvero un’utopia distopica

Di Massimo Acciai Baggiani

Nel mio appartamento, ormai strabordante di libri, c’è una collana di letteratura universale della fine degli anni Sessanta (dello scorso secolo). Il volume 30 è dedicato alla letteratura dei Paesi Bassi: un’interessante antologia di autori di varie epoche, tra cui tale Ferdinand Bordewijk (1884-1965), olandese. Di lui sono riportati due brani da un racconto lungo (o romanzo breve) intitolato Blocchi (Blokken nell’originale), uscito nel 1931. Quelle poche pagine antologizzate mi hanno incuriosito e spinto a prendere il libro in biblioteca.

È un’opera stupenda e terribile al tempo stesso: visionaria e profetica, descrive – prima di Aldous Huxley e di George Orwell (ma dopo Noi di Jegenij Zamjatin e Stella rossa di Aleksandr Bogdanov) – una società totalitaria portata alle estreme conseguenze. In uno Stato e in un tempo immaginario, in cui non è difficile riconoscere l’Unione sovietica del futuro, la vita privata dell’individuo è quasi estinta in nome di un ideale di unità che annienta ogni dissenso. Tutto è estremamente ordinato e funzionale, volto al benessere della collettività, a patto però di sapersi uniformare. È una sorta di paradiso in terra per chi ha ucciso il proprio io in nome dell’io statale. La vita dei cittadini è regolata in ogni suo aspetto, dall’abbigliamento al tempo libero.

Un’idea distorta di Comunismo si contrappone al Capitalismo: entrambi si dimostrano sistemi disumani, ciò che avviene nello Stato “cubista” (tutte le città sono ordinate appunto in blocchi cubici – come suggerisce il titolo del racconto – e la “sfera” è considerata eresia), e ciò che avviene all’Estero (dove vige certamente più libertà, ma dove – si presuppone – la gente continua a vivere nell’indigenza mentre pochi sguazzano nel lusso, come nel nostro mondo “non distopico”). Perfino il Consiglio a capo dello Stato sottostà alla legge superiore ed è vittima di essa non meno degli altri comuni cittadini: i dieci del consiglio (cinque uomini e cinque donne) regolarmente impazziscono o vengono fucilati al minimo dissenso. Le decisioni sono prese tutte all’unanimità proprio per questo motivo.

Il “Cubismo di Stato” (questa l’espressione usata non a caso da Antonio Gnoli e Franco Volpi nella postfazione all’edizione italiana che ho letto io) annulla ogni individualità: il risultato è una sorta di alveare, di società di api industriose che non vivono se non in funzione dello “spirito dell’alveare” (prendo a prestito l’espressione da un autore belga, Maeterlinck). Eppure questo Stato che aspira ad essere perfetto e immortale, non riesce ad arginare del tutto il «germe del Peccato», proprio perché si tratta di esseri umani e non di api o termiti. Una rivolta viene soffocata nel sangue, ma il “peccato” continua in modo sotterraneo e, si pensa, non verrà mai sradicato del tutto.

Firenze, 14 gennaio 2024

Bibliografia

Bordewijk F., Blocchi, Milano, Bompiani, 2002.

Libri che ho letto nel 2023

Di Massimo Acciai Baggiani

Di alcuni ho scritto recensioni di cui inserisco il link. Come scriveva Montesquiet: «Non ho mai avuto un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato».

Vedi anche la lista dei libri che ho letto nel 2019, nel 2020, nel 2021 e nel 2022.

  1. Diavoli d’autore / Amélie Nothomb : José Ovejero : Roger Salas : Mircea Cărtărescu
  2. Corso pratico di autoipnosi / Cherith Powell e Greg Forde
  3. La crociera / Donatella Bellucci
  4. Un dramma nell’Oceano Pacifico / Emilio Salgari
  5. La città del re lebbroso / Emilio Salgari
  6. La Stella dell’Araucania / Emilio Salgari
  7. A Firenze Rifredi / autori vari : a cura di Nicola Biagi
  8. Il diario di Eva / Mark Twain
  9. Ars schiattamoriendi / Gennaro Francione
  10. Storia della cultura mondiale da prima della preistoria a settimana prossima / Francesco Salvi
  11. Introduzione alla letteratura esperanto / Carlo Minnaja
  12. Il pianeta degli alberi di Natale / Gianni Rodari
  13. Racconti da Shakespeare / Charles e Mary Lamb
  14. Una frase, un rigo appena. Racconti brevi e brevissimi / autori vari
  15. Tashi. Il bambino che salverà il mondo / Benard Benson
  16. La rosa dei sentimenti / Paolo Mosca
  17. Rocambole, il genio del male / Ponson du Terrail
  18. Il pensiero dei Pooh / Ilio Simone
  19. I pescatori di trepang / Emilio Salgari
  20. Cartoline da Firenze / a cura di Cristiana Ciarli
  21. Leader di te stesso / Roberto Re
  22. Gli undici comandamenti / Roberto Beretta ed Elisabetta Broli
  23. Sottili coincidenze / Milena Beltrandi
  24. Incubo / a cura di Gianni Montanari
  25. Rocambole, la più bella di Parigi / Ponson du Terrail
  26. Il libro di Sani Gesualdi / Nino Frassica
  27. A Firenze Centro Storico / autori vari : a cura di Camilla Cosi
  28. Azzurro come gli occhi di Loretta / Milena Beltrandi
  29. La libreria alla fine del mondo / Ruth Shaw
  30. Trilogia della città di K. / Agota Kristof
  31. Sul filo del terrore / J. Michael Straczynski
  32. Thyl Ulenspiegel / Charles De Coster
  33. La mente che mente. Commenti al Dhammapada di Gautama il Budda. Vol. 1 / Osho
  34. Podkayne, ragazza di Marte / Robert A. Heinlein
  35. Pillole medicee, i Medici a Firenze, una storia infinita / Antonella Bausi
  36. Attraverso l’Atlantico in pallone / Emilio Salgari
  37. … e venne chiamata Due Cuori / Marlo Morgan
  38. Quel che resta di Firenze / Carlo Menzinger
  39. Le immaginate / autori vari : a cura di Cristina Gatti e Nicoletta Manetti
  40. Vector / Robin Cook
  41. Pensieri di luce e d’ombra / Patrizia Beatini
  42. L’esperimento / Henry Denker
  43. Il libro dei paradossi / Nicholas Falletta
  44. Tre volte all’alba / Alessandro Baricco
  45. Storie impossibili / Roberto Cerè
  46. Tre saggi sull’Esperanto / Davide Zingone
  47. Maledizione / Douglas Preston & Lincoln Child
  48. L’altra Psicosfera: il sogno di Oberon / Massimo Donda
  49. Bloopers : 250 memorabili errori dai film / Matteo Molinari
  50. Firenze bizzarra / Luigi De Concilio
  51. I pescatori di balene / Emilio Salgari
  52. La rosa del Dong-Giang / Emilio Salgari
  53. La giraffa bianca / Emilio Salgari
  54. L’Istituto / Stephen King
  55. La città dell’oro / Emilio Salgari
  56. Il capitano della Djumma / Emilio Salgari
  57. La Costa d’Avorio / Emilio Salgari
  58. I naufraghi della Poplador / Emilio Salgari
  59. I figli della galassia / Jack Azimov
  60. I naufragatori dell’Oregon / Emilio Salgari
  61. Sorella morte / Autori vari : a cura di Giovanni Dino
  62. Verso l’Artide con la Stella Polare / Emilio Salgari
  63. Cómo mantenerse sano y joven / Deepak Chopra
  64. Crociera tra le stelle / Antonio Bellomi, Luigi Naviglio e Pierfrancesco Prosperi
  65. Le auree mele del sole / Ray Bradbury
  66. Dalla mela di Newton all’arancia di Kubrik : la scienza spiegata con la letteratura / Marco Salucci
  67. La comunità dei viventi / Idolo Hoxhvogli
  68. Destinatario sconosciuto / Milena Beltrandi
  69. Valenx, una nuova lingua / Giulio Ferrarese
  70. Il castello dei Carpazi / Jules Verne
  71. Claudius Bombarnac / Jules Verne
  72. Tutte le opere / Epicuro
  73. Il fuoco e il silenzio / Donato Altomare
  74. I girasoli di Shaah-Mall-A / Maddalena Antonini
  75. Sulla letteratura / Umberto Eco
  76. Karma avverso / Emiliano Mecati e Alessio Seganti
  77. Un’odissea marziana / Stanley G. Weinbaum
  78. Il peso della farfalla / Erri De Luca
  79. Creature dell’altro mondo / Le Fanu : Deleth : Shiel : Hodgson : Wakefield : Lieber
  80. L’isola dei pirati / Michael Crichton
  81. Il racconto dell’Orlando Furioso / David Mugnai
  82. Achille piè veloce / Stefano Benni
  83. Sleeping beauties / Stephen King, Owen King
  84. La prova del fuoco / Gabriele Antonacci
  85. Olimpo s.p.a. / Vincenzo Cerami e Silvia Ziche

Pensieri di luce e d’ombra: Intervista a Patrizia Beatini

A cura di Massimo Acciai

Patrizia Beatini, fiorentina di nascita, è un’artista poliedrica: ha scritto prose e versi e scattato immagini fotografiche che finalmente ha deciso di pubblicare in ‘Pensieri di Luce e d’Ombra’, il suo primo libro, autoprodotto, uscito quest’anno. Poco prima era stato realizzato un libretto collettivo, ‘Cinque amici in versi’, a cui ha preso parte. Amica da molti anni, l’ho intervistata con vero piacere riguardo al suo primo libro, dopo averle dedicato un’altra intervista nel 2017, sempre tramite Internet.

  1. So che questo libro ha avuto una gestazione lunga, infatti raccoglie poesie scritte in epoche molto diverse: quando ti è venuto il desiderio di farne un volume e perché hai aspettato tanto?

Innanzitutto grazie Massimo per aver di nuovo pensato a me per questa intervista, ne sono contenta. Hai ragione, è passato molto tempo prima che decidessi di fare una pubblicazione dei miei versi, li ho spesso recitati a eventi letterari e recital poetici, soprattutto col Centro d’Arte Modigliani di Scandicci, l’Associazione Culturale che esiste da più di quarant’anni e di cui faccio parte ormai da diverso tempo e devo dire che spesso avevano trovato una gradita approvazione del pubblico, ciononostante non riuscivo a pensare di farne un volume, io sono molto riservata sulle mie cose personali. Poi probabilmente la continua sollecitazione da parte di tutto il Centro Modigliani a pubblicare e poi il periodo pandemico, terribile, nel quale siamo stati tutti a casa e in cui io ho riflettuto molto, hanno partorito in me la decisione di portare alla luce i versi e farli diventare pubblici.

  • Nel titolo hai usato la parola “pensieri” per descrivere i tuoi testi. Perché non “poesie”?

Perché chiamarli ‘poesie’ mi sembrava troppo pretensioso, non mi sento né un poeta, né uno scrittore, ma una persona che si diletta in queste arti, senza seguire alcuna metrica, con verso libero, senza obblighi; inoltre i miei ‘pensieri’ se proprio vogliamo collocarli stanno tra la ‘poesia’ e la ‘prosa’.

  • Nel tuo libro è molto presente la natura, con l’avvicendarsi delle stagioni, gli elementi atmosferici, che riportano molto alla poesia romantica. Dacci la tua definizione del ‘Tempo’ e dell’ ‘Attesa’, di cui parli nella tua omonima poesia.

La Natura con la N maiuscola mi piace pensare che sia il perno del concetto del libro, insieme al Tempo. Potrebbe essere qualcosa di romantico? Sicuramente, io sono una romantica per eccellenza e non credo sia un difetto, anzi… Potrebbe essere antico, retrò? No di certo. Mai come in questo momento il concetto di Natura è stato così moderno. Il mio soffermarmi, sia nell’espressione scritta, sia con la fotocamera, sulle cose semplici, solitamente invisibili, inavvertite, poiché quasi scontate, come l’osservare la ciclicità delle stagioni, con lo schiudersi dei boccioli, il cadere delle foglie, l’ingrossarsi dei fiumi, il migrare delle rondini e via dicendo, non è altro che un indagare sulla vita e sulla morte, un intimo ascolto attraverso i suoni dell’ambiente, degli animali. Ho ritrovato tanto di me stessa in ciò che mi circonda, ho imparato a scrutare nella voragine di certi cieli tetri e ad apprezzare la pienezza di una carezza del vento. Noi siamo terra e terra torneremo, mai come in questo periodo della mia vita io mi sono sentita appartenere alle mie radici, nonostante aneli spesso a grandi voli. Invece il tempo non esiste, lo abbiamo inventato noi e ora ne siamo schiavi. Esiste il senso del movimento della Terra che gira intorno al sole e di ciò che ne consegue. L’Attesa è senza tempo, proprio perché appartiene ad un preciso momento più o meno prolungato in cui non si conosce ciò che avverrà, o meglio, è un tempo in cui si potrebbero modificare le nostre aspettative su ciò che avverrà, pertanto è terribilmente autentico perché è uno di quei pochi momenti in cui siamo certi di vivere nel presente.

  • La prima parte del libro, dedicata all’Ombra, raccoglie poesie che contengono un dolore, una perdita, un addio… una sofferenza sempre comunque composta, filtrata dalla poesia. L’Ombra mostra anche un suo lato seducente?

L’ombra ha due facce, entrambe interessanti a mio avviso, perché una mostra sofferenza non cercata e quindi in apparenza da dimenticare, in realtà probabilmente sarà l’unica che farà cambiare veramente qualcosa nella nostra vita, poiché nulla arriva mai a caso; quindi sarà una sofferenza che ci farà odiare, imprecare, stringere i denti, ma anche crescere; ci spingerà verso la consapevolezza, il senso della vita. L’altra faccia dell’Ombra invece conserva una sua bellezza seducente che non è quasi mai priva di rischi; come l’amare qualcuno che non ci è consentito o consigliato per svariati motivi, o il cercare situazioni di pericolo perché si ha bisogno di uno scarico di adrenalina altrimenti non ci sentiamo abbastanza vivi, oppure quando pensiamo di poter essere i ‘salvatori’ dell’animo altrui, insomma chi più ne ha più ne metta, tuttavia penso che ciò che maggiormente fa sì di voler ricercare l’ombra, sia il credere che all’interno di essa possa essere trovato un sentimento per cui valga la pena essercisi addentrati, ma credo che ciò abbia un senso solo se si resta umili, onesti, altrimenti è pura presunzione, ego.

  • Veniamo alla parte dedicata alla Luce. Dopo aver attraversato le tenebre, come un viaggio dantesco svoltosi in solitaria, vediamo l’alba, ma per giungervi è necessario attraversare il buio (non è casuale la tua citazione di Gibran). Anche le foto che accompagnano i testi si fanno più soleggiate, più primaverili. Vuoi parlarci di cosa rappresenta per te la Luce in questa sorta di metafora?

Con il mio libro ho voluto accompagnare il lettore in un viaggio metaforico dall’Ombra alla Luce, che previamente ho intrapreso io. Nella vita di ognuno di noi ci sono stati periodi felici e altri di sofferenza ma ciascuno di essi è stato importante per averci condotti fino a quello che siamo diventati nel presente, con annessi pregi e difetti. C’è stato un tempo in cui mi sono sentita maggiormente attratta dall’ombra, dalle sue sfumature di grigi, mi pareva accompagnassero di più il mio sentire, le mie emozioni. Ho attraversato il periodo punk, dark, gotico e via dicendo, essendone parte attiva, e tutt’ora sono ancora affascinata  da certi testi o da alcune atmosfere senza dubbio seducenti ma oggi sono principalmente rivolta verso la Luce, la Rinascita. E’ stato doloroso ma anche interessante indagare e rovistare tra le ombre e gli scenari più cupi ma solo per arrivare ad apprezzare la Luce in tutte le sue forme, per accoglierla e per essere accolta. E ne sono felice, perché nonostante alcuni momenti bui che io, come ogni essere umano, posso attraversare, la mia propensione è cercare luminosità, bellezza, Vita.

  • So che non ami spiegare quello che scrivi ma puoi dirci se ci sono delle figure importanti, delle icone, a cui di solito ti ispiri? Due di quelle persone sono sicuramente i tuoi genitori, ai quali hai dedicato dei versi, che trovano posto nella sezione di Luce; il dolore della perdita cede alla dolcezza del ricordo…
  • Non amo spiegare le mie poesie, come dissi nella precedente intervista, perché è come se limitassi l’immaginazione di chi ascolta, mi piace pensare che ciascuno veda o senta ciò che risuona maggiormente nel suo animo. Inoltre i versi sono partoriti, perlopiù quelli d’ombra, con grande sofferenza, per questo li ho sempre sentiti molto intimi, personali. Sì, ho delle icone a cui mi sono ispirata, soprattutto per i versi  d’Ombra, ma non dirò i loro nomi, sono muse per me importanti e talvolta mi sono rispecchiata nelle loro vulnerabilità, sofferenze, disagi. Mi hanno aiutato a comprenderle ma anche a capire me stessa, le mie voragini. Sono state fondamentali per questo viaggio introspettivo. I miei genitori sono le due persone più importanti della mia esistenza, poiché mi hanno permesso di essere qui e mi hanno insegnato valori che oggi si stanno perdendo, come il rispetto e l’onestà, per cui mi sono sentita in dovere, ma non solo, è stato anche un piacere, anche se con commozione, dedicare a loro alcuni versi. Sono mancati entrambi e ho voluto ricordarli.
  • Dalla ‘poesia/prosa’ passiamo alla ‘fotografia’, ci sono quasi un centinaio di immagini, a parte una foto della tua infanzia, scattate tutte da te, tra le quali diversi autoritratti. Ti piace fotografarti?

La ‘fotografia’ è sempre stata una mia passione importante, sin da quando ero adolescente, certamente all’epoca era molto più difficile far bene una foto, oggi devo dire che si è parecchio avvantaggiati dalla moderna tecnologia, però, per quanta tecnica si possa apprendere e per quante buone macchine si possano possedere, se non hai le basi riesci a far poco. Bisogna avere l’occhio, il senso dell’estetica, saper osservare, vedere un elemento che disturba, capire quando è il caso di scattare e quando è meglio aspettare un’altra luce, anche riuscire a riprendere immagini dritte non è così semplice, o captare il particolare importante che potrebbe finire inosservato; se non hai questo, che credo faccia parte di una dote innata, non è facile realizzare qualcosa di buono. Io non sono una fotografa, ho ancora tanto da imparare, ma mi diletto anche in questa Arte, mi fa sentire bene, come se avessi la presunzione di fermare il Tempo e poterci guardare dentro, mi piacciono i primi piani, scovare tra le rughe della vita. Pertanto il criterio della Luce e dell’Ombra nel mio libro è stato applicato anche alle fotografie, suddivise nelle due sezioni. Mi chiedi se mi piace fotografarmi, la risposta è sìi, mi piace quasi solo se lo faccio io, è l’unico modo per apprezzarmi. Devo ancora trovare un fotografo o qualsiasi altra persona che fermi la mia immagine nello stesso modo in cui io la vedo. Ma chissà…

  • Nella sezione d’Ombra diverse fotografie sono state scattate al cimitero monumentale di San Miniato. Perché questa scelta?

I cimiteri sono sempre stati per me di grande attrattiva, nonostante siano luoghi tutt’altro che allegri. E qui entra in gioco la seduzione delle ombre, di cui parlavo prima. Il cimitero Monumentale di San Miniato ha suscitato in me emozioni intense, le statue in prostrazione, l’immagine dei due amanti che paiono danzare, gli angeli, i bambini, figure sicuramente molto tristi ma cariche di una bellezza senza Tempo, di un dolore antico, col quale ognuno di noi si può confrontare. E poi c’è il mistero della morte o della non morte, a seconda di come volge il pensiero e lo sguardo, ma su questo ci sarebbe da parlare troppo.

Ho notato che fotografi le cose che si vedono tutti i giorni,  nell’immagine pare che tu cerchi l’essenzialità. Soprattutto nella sezione di Luce hai riportato diversi dei tuoi ‘luoghi del cuore’. Ce ne puoi parlare?

Come ho detto prima ho voluto soffermarmi ad osservare e quindi a fotografare le cose di ogni giorno, non mi interessavano foto di effetto o riprese di luoghi ameni, l’intento per questo libro era proprio la semplicità: il fiume, i fiori primaverili, le anatre, gli alberi, per carpire la differenza tra la lentezza e il movimento. C’è un gran bisogno di lentezza, mi viene in mente l’omonimo romanzo di Kundera. Io credo che nel procedere lentamente non si perdano i particolari e quindi ci sia un po’ il senso della memoria, come se si prolungasse il gusto della vita. Sicuramente è un pensiero in contrapposizione con il concetto dell’odierno vivere, sempre frenetico, sempre competitivo, ma col quale non mi ci ritrovo quasi più. Si, nel libro ho ripreso diversi luoghi a me cari: il parco, il ciglio del fiume, la cascata, il bosco; spazi nella natura a cui per qualche misterioso motivo sento di appartenere.   

  1. Quali sono i momenti in cui ti senti maggiormente ispirata a scrivere?

Non ho un momento preciso, ciò avviene inaspettatamente, in base a quello che vedo e sento, ma poco prima di dormire forse è più facile che qualche verso venga messo sul foglio.

  1. Siamo quasi arrivati alla fine di questa nostra bella chiacchierata, vorrei però, per chi sarà interessato all’acquisto del tuo libro, che tu fornisca le informazioni su come trovarlo.

Certamente. Siccome si tratta di autopubblicazione, per mia scelta, poiché volevo rendere il libro a mia immagine e somiglianza senza penalizzarlo in nessuna maniera, né sulle immagini, né sulle pagine, né sul formato in A4, chi lo vuole acquistare può farlo on line su Amazon a questo link:
https://www.amazon.it/Pensieri-luce-dombra…/dp/1447526643

  1. Progetti per il futuro riguardo a questo e a un tuo eventuale secondo libro di pensieri?

Al momento non ho in progetto di pubblicare un altro libro di questo genere perché sto lavorando su una biografia di mia madre, focalizzata principalmente sulla sua vita giovanile, nella campagna del Mugello, con la sua famiglia, ma non credo che verrà messo in vendita, infondo è qualcosa di personale, lo distribuirò ai parenti.

Grazie Patrizia per aver acconsentito a questa intervista che ci ha dato una visione più chiara della tua pubblicazione e mi auguro di riaverti presto su questo blog con qualcosa di nuovo.

Ringrazio te Massimo per le tue domande e per avermi onorata a partecipare nuovamente a questa tua pagina. Alla prossima.