Un break con Milena Beltrandi

Di Massimo Acciai Baggiani

Milena Beltrandi è una delle mie allieve al laboratorio di scrittura che tengo settimanalmente al Torrino di Santa Rosa; un’ottima allieva, che ho visto crescere artisticamente e diventare una scrittrice di tutto rispetto. Suoi sono i romanzi thriller della serie dell’agente Milo, da me recensiti (ad esempio Sottili coincidenze e La formula del sole), oltre ad Azzurro come gli occhi di Loretta, un thriller ambientato nel mondo degli autotrasportatori. Suoi sono i racconti che ho pubblicato su SDP (Nome e cognome e Giovanni e Mmquax). Il primo di questi racconti è confluito poi nella sua ultima raccolta, Break tisana e caffè, edita quest’anno con ilmiolibro.it, insieme ad altri testi scritti come esercizio per il laboratorio di scrittura suddetto.

Mi sento in piccola parte responsabile di questa pubblicazione, in quanto proprio io ho fornito i temi di alcuni testi, poi letti e corretti al Torrino, e ciò mi fa molto piacere data l’alta qualità della scrittura di Milena, che nel suo libro alterna narrativa e ricette di cucina (Milena è anche un’ottima cuoca, come abbiamo sperimentato al laboratorio, quando ci portava le “sfrappole” o altri dolci di sua creazione).

Break tisana e caffè è un libretto delizioso, fortemente autobiografico, che ci trasporta a volte nel regno della fantasia (bellissimo il racconto in cui la protagonista si risveglia… col corpo dell’altro sesso) ma più spesso nella nostra realtà quotidiana, tra ricordi e ispirazioni gialle, storie familiari e incontri imprevisti (ho apprezzato particolarmente quello in cui la protagonista, la stessa Milena, incontra… i Pooh, il mio gruppo musicale preferito). I racconti sono brevi, quasi dei flash, molto vari e lo stile è scorrevole: una lettura che vedo particolarmente adatta in un bar, gustando una buona merenda, con un sottofondo jazz… ma va bene in qualsiasi altro contesto. Brava Milena, aspettiamo la prossima raccolta nata dai temi che ti darò nei prossimi incontri al Torrino!

Firenze, 27 marzo 2024

Bibliografia

Beltrandi M., Break tisana e caffè, ilmiolibro.it, 2024.

Giovanni e Mmquax

«Ma da che pianeta vieni? Non ho mai visto un imbranato più imbranato di te. Sembra che al tuo paese non ci sia niente: non hai mai visto gli alberi, altrimenti perché ti fermeresti a guardarli così da vicino? E non parliamo poi dei fiori! Ogni nuova forma, ogni nuovo colore, ti stupisce e rapisce la tua attenzione. Devi dirmi la verità come fai a non aver mai sentito il calore del sole, il fresco dell’ombra e il bello del camminare sull’erba a piedi nudi? Non puoi essere un terrestre, sulla Terra tutti conoscono queste sensazioni.»

«******°°°°°§§§§§§§»

«Ah ecco adesso ho capito tutto! Vieni da lontano, da tanto lontano parli una lingua che non conosco. Più che una lingua mi è sembrato uno stridere di denti e metallo. Sai che ti dico “coso”? Sei piccolo come me, hai qualcosa come due gambe e probabilmente anche due braccia. Invece i tuoi occhi mi piacciono, sorridere ti viene spontaneo e se ti va, puoi giocare con me!»

«J©Δ¥À»

«Fantastico! Io e te ci capiamo benissimo! Hai visto il film “E.T.”? No? Ma non hai nemmeno la tivù sul tuo pianeta? Che giochi fai? Facciamo una corsa ti va?»

«[»ªª»

«Era un sì? Mi pare di aver capito che hai voglia di correre! Dài guarda che bel prato, seguimi! Rotola dai, buttati sull’erba è morbido, fresco, non ci sono sassi, fai come me, senti che bellezza. Io mi chiamo Giovanni e ho dieci anni, ti posso chiamare Max, se sei d’accordo. Ah, non parlare non ti capisco, fai un cenno con la testa. Fai così se ti piace, così se non vuoi.»

«Sì mi piace»

«Non c’ho capito niente! Max è bello stare qui vero? Hai fame? Possiamo fare a metà della merenda che mi ha dato la mamma. Tieni assaggia, sono biscotti con le mandorle, li ha fatti la nonna ieri, prova a dargli un morso. Eh che ti dicevo, sono buonissimi!»

«[JJgrr…»

«Oh! Stai provando a parlare nella mia lingua? Sai ho visto un film di fantascienza dove un extraterrestre parlava in un aggeggio colorato che riusciva a tradurre nella nostra lingua quello che diceva. Ce l’hai anche tu?»

«Gio $¥Xni»

«Bravo Max! Giovanni e Max grandi amici. Prova ancora! Vuoi un altro biscotto? Oh è l’ultimo, facciamo a metà da bravi amici!»

«Maxµx… sì.»

«Adesso ci vorrebbe un bicchier d’acqua! Avete l’acqua su da te?»

«Nonna… x»

«La nonna mi ha comprato un bicchiere speciale guarda: si chiude e si apre così, sta in tasca e non dà fastidio e quando voglio bere vado alla fonte, lo apro e bevo. Andiamo alla fonte a bere? L’acqua è fresca e buona, dai ti faccio provare anche questa specialità della Terra.»

«Uaaaquaaaaaaaa»

«Corri! Sei diventato bravo, sei più dritto adesso; ti voglio far assaggiare l’acqua, non sai cos’è? Sentirai che buona!»

«Giovvvanniii, Giovanni, Giovanni!!»

«Bravo, ci sei riuscito! Adesso prova il tuo nome: Mm aa x»

«Maaaz… mass… Max!»

«Eccoci qua: vedi questa che scorre a valle è l’acqua! Toccala, senti come è fresca? È strana l’acqua vero? Ne vedi tanta ma non la puoi prendere! Però quando arriva giù a valle ci puoi giocare, nuotare, fare i tuffi. Ehi non fare quella faccia triste, un giorno ti ci porto e ci divertiremo da matti, promesso, adesso però allunga la mano, prova a sentirla, poi ne beviamo un po’, va bene?»

«Uuhh ¶Âë … acqua! Questa è acqua buona, mangio acqua!»

«Stai facendo progressi, impari alla svelta: sei come me. Anche io imparo presto, la maestra mi dice sempre che ho l’intelligenza per… sper… picace… perspicace. Credi a me, quando andremo a casa la mamma non si accorgerà che sei strano, dirò che sei un mio compagno. Allora prendiamo il bicchiere e beviamo un po’ d’acqua prova!»

«Acqua? Bicchiere? Acqua ti prendo con le mani!»

«Max no! Non si fa prendere l’acqua, scappa via, meglio con questo. Vedi come è bello pulito, è trasparente così ci vedi a traverso. Una volta usavano le foglie grandi come piatti ma per bere era un problema, credimi l’unico modo è questo piccolo recipiente. Prova, assaggia, manda giù!»

«Acqua! Buona acqua! Bicchiere, no foglia, meglio questo! Giovanni e Max amici!»

«Lo puoi dire forte Max! Nessuno ci dividerà, staremo sempre insieme! Me lo dici ora il tuo vero nome?»

«Mmquax!»

«Max? Ma dai! Ci ho preso allora! Torniamo a casa Max, prima che faccia buio. Non avete il buio sul vostro pianeta?».

                                                                                               Milena Beltrandi

Nome e cognome – Milena Beltrandi

Dopo l’ennesima umiliazione Nome stabilì che era abbastanza grande da poter decidere da sola quindi respirò forte, sistemò il vestito e bussò alla porta. «Avanti!» Nome annuì decisa ed entrò: il suo principale le sorrise.

«Avvocato, mi scusi, entro stasera deve finire la memoria di replica per il processo Romanelli, i termini scadono domani! Posso dirle una cosa? Non sono d’accordo con quanto è stato deciso per me senza consultarmi, non ho intenzione di licenziarmi!» Nome abbassò gli occhi, certa che lasciare quel lavoro fosse una pazzia: aveva superato i tre anni di apprendistato, ora si occupava direttamente degli avvocati di studio, aveva avuto un piccolo aumento ed era brava a ricordare le scadenze e le abitudini dei professionisti dello studio, ricordava il tè alle quattro dell’avvocatessa nella stanza rossa, con un goccio di latte e poco zucchero; controllava che ci fosse sempre la scatola di gianduiotti nella potiche di cristallo sul tavolo della biblioteca dove si ricevevano i clienti più importanti e le piaceva correre nei corridoi per rispondere alle loro chiamate, si sentiva gratificata dai loro sorrisi, era brava, perché lasciare? 

«Purtroppo sei minorenne e noi abbiamo le mani legate, non possiamo darti l’aumento che chiede tuo padre e la conclusione è “niente Nome”! Ci dispiace immensamente ma dovremo fare a meno di te, sei quasi una figlia per noi ma la legge è legge e tra quindici giorni dovrai lasciare l’ufficio! Però sappi che qui per te c’è sempre un posto, quando avrai compiuto i ventun anni potrai decidere da sola e, se vorrai tornare, noi ti accoglieremo a braccia aperte» così Nome scoprì che non era abbastanza grande da decidere da sola e di conseguenza trascorsi i giorni di preavviso a malincuore lasciò l’ufficio. Per fortuna Nome conosceva il posto dove rivolgersi per avere l’indicazione di un lavoro e, infatti, la ragazza allo sportello le indicò l’indirizzo di un Notaio che cercava una dattilografa in grado di scrivere sotto dettatura. Nome telefonò il giorno stesso e dopo un breve colloquio fu assunta dal Notaio. Duttile e predisposta a quel tipo di lavoro, Nome in poco tempo acquistò la fiducia del Pubblico Ufficiale e, oltre a scrivere sotto dettatura, seguiva il professionista presso gli uffici per le pratiche notarili di rilievo come le indagini storiche sui fabbricati oggetto di compravendita. Il traguardo della maggiore età si avvicinava ma Nome andava dimenticandosi dello scotto che le aveva fatto desiderare di essere adulta; la condizione era cambiata, in ufficio non era sola e l’altra segretaria era poco più grande di lei, un’amica con cui condividere opinioni e gusti della loro età.

Un giorno Nome, in ufficio, trovò Amica triste. Finiti gli studi, il suo fidanzato, sarebbe partito per il servizio militare e, nella stessa settimana, anche il cugino preferito aveva il treno: uno destinato a Taranto e l’altro a Fano. Nome conosceva bene Fano, aveva abitato là sei anni, era una bella cittadina, suo cugino si sarebbe trovato bene, la consolò. Fu allora che ad Amica venne un’idea strepitosa: lei avrebbe scritto e sostenuto il suo fidanzato a Taranto mentre Nome avrebbe potuto scrivere della città di Fano e sostenere il cugino. Le due ragazze risero della trovata e un giorno, il 21 marzo, si impegnarono a scrivere ai due ragazzi lontani. Amica scrisse prima al suo fidanzato con un post scriptum e saluti da parte di Nome, poi al cugino con un accenno alla nuova collega a cui lasciava la penna. 

Galeotta fu la lettera!

Due giorni dopo le ragazze ricevettero posta: Amica dal fidanzato e Nome da Cugino.

In ufficio nei momenti di pausa le due amiche si scambiavano i racconti delle due esperienze militari e si sentivano come se, loro stesse, fossero in divisa comandate da sergenti severi e irreprensibili. Insieme inventavano modi di scrivere per divertire i loro beniamini lontani; spezzare

“la noia della naja” divertiva e univa anche le due colleghe in un’amicizia spontanea. Una volta Nome arrivò in ufficio con un paio di fogli di carta da lettere verde accecante con orribili disegni damascati agli angoli, inguardabile: ideale per stupire i destinatari dopo la missiva scritta con il succo del limone che, entrambi, avevano decifrato descrivendo, nella risposta, quanto erano stati bravi e intuitivi. Era diventato un gioco tra loro e, anche se ben presto, Amica e Fidanzato si dissociarono, Nome e Cugino continuarono il gioco inventando, entrambi, trabocchetti e criptature epistolari. 

Intanto il mondo fuori parlava di cambiare il mondo: i giovani si facevano sentire imponendo le loro idee di progresso. Ma per Nome e Amica c’erano solo Fidanzato e Cugino lontani e le canzoni struggenti che parlavano d’amore e distacco.

Progresso fu l’anticipazione della maggiore età che passò da ventun anni a diciotto quando Nome aveva compiuto da poco i venti. Si trovò così maggiorenne in anticipo di un anno, ma oramai lo studio dove avrebbe voluto rimanere l’aveva sostituita con una ottima impiegata e lei non avrebbe potuto lasciare il Notaio e Amica e non solo perché ad essa era collegata l’amicizia con Cugino. Accortosi di un errore l’Esercito anticipò la fine del servizio Militare per Cugino che, unico maschio di madre vedova, non avrebbe dovuto partire e gli fece trascorrere gli ultimi mesi nella città d’origine. Così Nome poté incontrarlo, conoscerlo di persona, scambiare con lui qualche pensiero. La simpatia che li aveva uniti durante la lontananza, il continuo sollecitare la fantasia per trovare il modo di scovare la diavoleria nella lettera dell’altro aveva forgiato in loro una muta complicità. Ci volle poco perché entrambi scoprissero che non era solo simpatia. 

Ci fu un attentato ai tralicci dell’alta tensione in Veneto e qualche tempo dopo un ordigno mandò in tilt la cabina dei comandi ferroviari sulla linea Firenze – Arezzo e, alcuni giorni dopo fu rinvenuta, lungo i binari della stessa tratta, una bomba innescata. Molti militari di leva furono concentrati lungo la linea ferroviaria per scongiurare altri attentati e destabilizzare l’autonomia del terrorista politico che agiva per minare la democrazia. Anche Cugino fu mandato ad Arezzo come militare sanitario per un mese. 

“La lontananza sai è come il vento spegne i fuochi piccoli ma accende quelli grandi” mai altre parole furono più veritiere. 

Firenze – Arezzo in auto con Amica e Fidanzato confermarono che, tra Nome e Cugino, c’era più di una simpatica amicizia. 

L’ultima stelletta, la decima per Cugino, segnò l’inizio di una storia d’amore duratura basata sulla serenità e l’allegria. Scherzare, prendersi in giro, ironizzare sui propri difetti sembra difficile, ma aiuta a superare gli ostacoli più grossi. 

Così verso la fine di un mese di aprile, nel giorno della Liberazione d’Italia, San Marco per il calendario religioso, Cugino cambiò il suo nome! 

All’ufficiale preposto e al Ministro di Dio dichiarò di chiamarsi Cognome sposò Nome e vissero felici e contenti per lungo tempo. Ad oggi, anzi domani, io che li conosco bene, posso dire che hanno raggiunto il traguardo dei quarantasette anni di matrimonio e hanno intenzione di stare ancora insieme. 

(Nome) Milena Beltrandi

Storia di Zeno e Loretta

Di Massimo Acciai Baggiani

Zeno Aguzzini, autotrasportatore toscano, è un bravo e onesto ragazzo che mai si sarebbe sognato di finire nel mirino di loschi figuri che lo incastrano per un omicidio che non ha commesso. Accanto a lui c’è la sua donna, Loretta, e un paio di poliziotti convinti della sua innocenza che lo aiuteranno a trovare il vero colpevole, in un vasto intrigo di cui dovranno venire a capo.

Questo lo spunto del romanzo giallo Azzurro come gli occhi di Loretta di Milena Beltrandi, scritto durante il lockdown ed edito con ilmiolibro.it nel 2020, ben scritto e avvincente come gli altri romanzi che ha pubblicato e che ho letto e recensito sempre con piacere (vedi bibliografia). Milena sa trasportare il lettore nel mondo dei driver men con perizia, calandosi per una volta nella prima persona maschile di cui sa rendere con verosimiglianza le sfumature psicologiche. Ancora una volta: brava Milena.

Firenze, 25 aprile 2023

Bibliografia

Beltrandi M., Azzurro come gli occhi di Loretta, ilmiolibro.it, 2020.

Beltrandi M., La formula del sole, ilmiolibro.it, 2020.

Beltrandi M., Una crociera pericolosa, Roma, Europa Edizioni, 2020.

Beltrandi M., Storia di musica & amicizia, Elison Publishing, 2018.

Beltrandi M., Sottili coincidenze, Cattolica, Pegasus Edition, 2023.

Sottili coincidenze

Di Massimo Acciai Baggiani

Milena Beltrandi ho l’onore di averla tra le mie amicizie, precisamente tra le allieve del mio laboratorio di scrittura: un’allieva molto promettente, con già all’attivo diverse pubblicazioni di ottima qualità. Da insegnante e collega non posso che essere felicissimo della sua vincita del Premio Letterario Internazionale Montefiore 2022 col romanzo di cui parlerò in questo breve articolo.

Sottili coincidenze riprende un protagonista già apparso in altri romanzi, tra cui La formula del sole, in cui l’agente speciale della Cospec Alex More, nome in codice Milo, faceva il suo brillante esordio risolvendo un intricato caso e proteggendo degli scienziati che avevano scoperto una preziosa formula. Lo ritroviamo poi in Una crociera pericolosa, altro thriller in cui Milo se la vedrà brutta.

Milena ama il suo personaggio, anche se lo maltratta spesso, mettendolo in situazioni di estremo pericolo, come in questo caso, trovandosi a dover proteggere due allievi poliziotti rapiti (e poi da lui liberati) che hanno assistito all’evasione di un famoso ladro e assassino, il “Gufo Grigio”, già arrestato da Milo una quindicina di anni prima. Il ladro, condannato all’ergastolo, ha giurato vendetta. Riuscirà Milo a salvarsi anche questa volta e ad assicurare nuovamente il ladro e i suoi crudeli complici alla giustizia? Ai lettori la risposta, dico solo che il finale rivela una speciale sorpresa…

Il personaggio di Milo è particolarmente umano e verosimile, lontano dallo stereotipo dell’eroe d’azione che esce dalle sparatorie senza neanche un capello fuori posto, e questo ce lo fa apprezzare e ci fa provare un’istintiva simpatia. L’ambientazione poliziesca è sempre curatissima, grazie all’esperienza e al lavoro di ricerca dell’autrice.

Di Milena ho letto (e consiglio) anche un altro romanzo, Storia di musica & amicizia, anch’esso un thriller, oltre ai racconti apparsi in varie antologie.

Firenze, 4 aprile 2023

Bibliografia

Beltrandi M., La formula del sole, ilmiolibro.it, 2020.

Beltrandi M., Una crociera pericolosa, Roma, Europa Edizioni, 2020.

Beltrandi M., Storia di musica & amicizia, Elison Publishing, 2018.

Beltrandi M., Sottili coincidenze, Cattolica, Pegasus Edition, 2023.

Un racconto da Campo di Marte

Di Massimo Acciai Baggiani

Ho ricevuto di recente in dono un libro che raccoglie diciotto racconti ambientati nel quartiere fiorentino di Campo di Marte: a regalarmelo è stata l’amica e collega scrittrice Milena Beltrandi, nonché mia allieva al laboratorio di scrittura che tengo al Torrino di Santa Rosa [1]. Il suo racconto è proprio quello che, per ordine alfabetico, apre la raccolta, ed è una stupenda apertura: l’autrice ci porta indietro di sette decenni, al 1954, in un quartiere certo molto diverso da quello attuale. Nel dopoguerra è ambientata questa deliziosa storia di sport e di amicizia che ripercorre la nascita di una squadra di ragazzi che si è dato il nome di “I temerari di Campo di Marte”. Un nome che è tutto un programma. Con stile accattivante e con la consueta cura dei dettagli e della ricerca storica che caratterizza la sua scrittura, Milena evoca un tempo lontano e allo stesso tempo vicino al nostro sentire, con personaggi che non possono non catturare la nostra simpatia. Brava Milena!

Firenze, 28 settembre 2022

Bibliografia

AA.VV., A Firenze Campo di Marte, Roma, Edizioni della Sera, 2022.

AA.VV., I nostri lunedì al Torrino, ilmiolibro.it, 2022.


[1] In un altro quartiere di Firenze, quello di San Frediano, dal laboratorio è nato anche un libro che raccoglie prose e poesie dei partecipanti, compresa naturalmente la nostra Milena.

La formula del sole

Di Massimo Acciai Baggiani

Ho il piacere di avere Milena Beltrandi tra i partecipanti del laboratorio di scrittura che tengo al Torrino di Santa Rosa, a Firenze, per conto del Gruppo Scrittori Firenze: in quell’occasione Milena mi ha regalato una copia del suo thriller La formula del sole, primo romanzo di una serie che ha per protagonisti dei giovani chimici che hanno per caso scoperto un nuovo carburante ecologico e dalle alte prestazioni. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare il mondo e che scatena una caccia furiosa alla formula che, se diffusa, lederebbe gli interessi di tanti. Di persone pericolose. Infatti non passa molto tra la scoperta della formula miracolosa e i primi tentativi di impossessarsene da parte di loschi figuri senza scrupoli. Per fortuna c’è Milo, un agente speciale dello Stato che veglia sui ragazzi, salvandoli da situazioni potenzialmente letali. Un libro da leggersi tutto d’un fiato, ben scritto e convincente: si vede la competenza e un gran lavoro di ricerca, base di ogni buona storia. Brava Milena.

Firenze, 25 novembre 2021

Bibliografia

Beltrandi M., La formula del sole, ilmiolibro.it, 2020.

Un racconto casentinese di Massimo Acciai Baggiani nell’antologia “Toscani per sempre”

E’ uscita l’antologia Toscani per sempre (Edizioni della Sera), a cura di Paolo Mugnai. E’ presente un mio racconto, Un racconto casentinese, di genere fantastico, ambientato a Corezzo (frazione di Chiusi della Verna, AR). Assieme a me i seguenti scrittori, ovviamente toscani: Enrico Baccani, Milena Beltrandi, Nicola Biagi, Luigi Bicchi, Andrew Pack, Antonia Del Sambro, Sara Ficocelli, Luca Frati, Andrea Claudio Galluzzo, Ilaria Guidantoni, Marco Innocenti, Antonio Landi, Luca Mugnai, Stefano Perissi, Alessandro Ricci, Francesco Russo, Gaia Simonetti, Elena Tempestini, Francesca Tofanari, Enrico Zoi. Ringrazio il curatore.

Massimo Acciai Baggiani

Vedi anche articolo di Carlo Menzinger

toscani per sempre cop

Da “La Repubblica” di Firenze, 30 giugno 2019

la repubblica 30 giugno 2019