Rifredi, il mio quartiere, dove vivo da quando avevo due anni… quanti ricordi, quanti echi anche nella mia scrittura. Uno dei miei racconti rifredini è finito non a caso in un’antologia edita da Edizioni della Sera, a cura di Nicola Biagi, in una collana dedicata ai vari quartieri di Firenze[1]. Si tratta di un breve racconto ricavato da alcune storie vere raccolte dalla voce di Elisabetta “Betty” Salusest, titolare dell’ex Bar Gherardini, ora Bistrot Dalmazia; Un amore senile non è tuttavia un resoconto del tutto aderente alla realtà, la love story tra i due simpatici vecchietti, nato davanti a un caffè e una brioscia, è solo lo spunto da cui è partita la mia fantasia. Una storia riportata ai tempi della pandemia di Covid-19, da me vissuta con grande angoscia – come molti. Il racconto è stato scritto proprio in quest’atmosfera, assente tuttavia negli altri racconti della raccolta, incentrati soprattutto su storie e ricordi di un passato più o meno remoto, con un’eccezione: il racconto fantastico, ambientato in un futuro prossimo, dell’amico Carlo Menzinger, Nerone a Firenze. Il titolo svela già molto della storia. Nel racconto di Carlo sono citato anch’io insieme ad altri personaggi della vita rifredina, quali Clara Vella e Arrighetta Casini, promotrici dei lunedì letterari all’SMS di Rifredi – luogo mitico che mi ha visto crescere in sani valori democratici e antifascisti.
Non posso non ricordare anche gli altri racconti degli amici e colleghi scrittori del Gruppo Scrittori Firenze, presenti anch’essi in A Firenze Rifredi (pur non essendo tutti rifredini): Odissea negli spazi di Gabriele Antonacci (una storia surreale, escheriana); Una poliziotta nel quartiere Cinque, in cui l’amico Renato Campinoti riprende il personaggio dell’avvenente poliziotta Caterina[2]; Il tabernacolo di Fabrizio De Sanctis; Memorie di ordinaria Resistenza di Cristina Gatti, presidentessa del GSF, che rievoca eroici episodi della Seconda Guerra Mondiale; Quando a i’ Sodo c’era un convento di Caterina Perrone (che narra di un incendio e di un amore proibito); e infine La piccola fuga di Massimiliano Scudeletti, un raccontino ricco di riferimenti letterari sullo sfondo del Terzolle, il Rivus Frigidus che ha dato il nome al quartiere, anticamente un paese a se stante.
Insomma, un libro che non può far altro che piacere agli abitanti di Rifredi, ma godibile anche da chi è forestiero. Molti altri i nomi che non ho citato, ma quelli lascio al lettore il piacere di scoprirli da solo.
Bibliografia
AA.VV., A Firenze Rifredi, Roma, Edizioni della sera, 2023.
AA.VV., La prima volta a… Firenze, Roma, Edizioni della sera, 2022.
Menzinger C., Il narratore di Rifredi, Firenze, Porto Seguro, 2019.
Firenze, 11 marzo 2023
[1] Un altro, La villa abbandonata, è finito in un’altra antologia fiorentina, La prima volta a… Firenze, a cura di Giacomo Cialdi, Roma, Edizioni della sera, 2023.
[2] Già presente in Non mollare, Caterina!, Firenze, Porto Seguro, 2019.
Curatori: Massimo Acciai Baggiani e Carlo Menzinger di Preussenthal
Quando nasce un romanzo, nasce un mondo, che dispiace lasciar andare con la lettura dell’ultima pagina.
Come autori di “Psicosfera”, ci siamo chiesti come questo libro potesse continuare a vivere e rinnovarsi.
La nostra scommessa è creare un’antologia di racconti che si rifacciano al mondo di “Psicosfera”, ma non scritti da noi stessi, quanto dai lettori del romanzo.
I Curatori dell’antologia sono Carlo Menzinger di Preussenthal e Massimo Acciai Baggiani.
L’Editore non è ancora stato deciso e sarà scelto dai Curatori, a loro insindacabile giudizio, tra quelli che si dichiareranno interessati al progetto.
INVIO RACCONTI
Ogni Autore potrà inviare uno o più racconti inediti e da lui scritti, ispirati al romanzo “Psicosfera” (Tabula Fati, 2022), scrivendo a entrambi gli indirizzi: menzin@virgilio.it e mensolino@tiscalit.it e specificando nell’oggetto dell’email “DAL PROFONDO – titolo del racconto”, sostituendo alle parole “titolo del racconto” il nome dato al proprio elaborato.
SCADENZA
La scadenza per partecipare è il 30 Maggio 2023.
Gli Autori dei testi selezionati per la pubblicazione saranno avvertiti entro il 30 giugno 2023.
CARATTERISTICHE DEI RACCONTI
Ogni racconto dovrà:
avere una lunghezza compresa tra i 5.000 e i 15.000 caratteri;
essere scritto secondo le Regole Editoriali riportate di seguito;
ogni Autore potrà presentare anche più racconti, ma per un massimo di 30.000 caratteri;
riportare in allegato la Scheda di Adesione di seguito qui riportata.
SUGGERIMENTI PER LA SCRITTURA
Si invita a leggere “Psicosfera” per trarne ispirazione. Come supporto si suggeriscono alcuni temi presenti nel romanzo, per esempio:
Sogni, visioni, apparizioni di santi, angeli e dei nel nostro passato sono tutti frutto del potere ESP di creature magmatiche che vivono nelle profondità della Terra e che guidano da sempre l’umanità e l’evoluzione di tutte le specie di superficie alla ricerca di quella più adatta a portare il loro pensiero tra le stelle.
Sulla Terra c’è una comunità di telepati, la “Comunanza”, tra loro mentalmente connessi.
Le creature magmatiche con poteri telepatici appartengono a specie tra loro diverse ma non sono parte del regno animale, né di quello vegetale, bensì di quello minerale. L’insieme di tutte queste creature è detto Popolo di Gaia. Tra loro sono in lotta per favorire una specie di superficie o un’altra e usarla per raggiungere le stelle. La cosiddetta Koinonia favorisce l’uomo. Sono loro ad avere creato la Psicosfera, in cui hanno teletrasportato alcuni astronauti per prepararli al viaggio verso Trappist-1.
La Psicosfera è uno spazio chiuso all’interno della Terra, in continua evoluzione, per adattarsi alle esigenze degli esseri umani che vi sono rinchiusi, difenderli dalle forze magmatiche avverse e prepararli al viaggio verso le stelle.
L’energia onirica ha generato la Psicosfera, ciò e coloro che contiene e potrà trasportarla verso le stelle.
I racconti possono, alternativamente e a titolo di esempio:
parlare di apparizioni, visioni o sogni guidati dagli esseri dell’abisso, anche ambientati nel passato o nel futuro, di telepati o persone capaci di teletrasportarsi;
essere sequel (seguendo o meno il suggerimento dell’epilogo di “Psicosfera”; ambientati sulla Terra come su Trappist-1), prequel o spin-off del romanzo o storie comunque ambientate prima, durante o dopo dell’epoca del romanzo (ambientato nell’estate del 2036); possono svolgersi nella Psicosfera; sulla superficie terrestre o nello spazio;
approfondire alcuni dei suoi personaggi, narrandone la vita prima o dopo o durante gli eventi narrati in “Psicosfera”;
parlare delle creature magmatiche;
essere qualunque altra storia scelta dall’Autore che i Curatori dell’antologia reputeranno in qualche modo connessa con quanto narrato in “Psicosfera”.
Ove possibile i Curatori daranno supporto agli Autori pere rendere le loro storie il più possibili coerenti con il mondo di “Psicosfera”.
Insomma, massima libertà creativa. Vogliamo che dal romanzo possano nascere nuove idee, nuovi personaggi, nuovi mondi, nuove sensazioni.
Le opere che si richiameranno in modo più stretto a “Psicosfera” saranno privilegiate in fase di selezione.
L’acquisto di una copia del romanzo è consigliata ma non obbligatoria. Chi lo acquistasse è invitato a mandare agli autori (scrivendo a menzin@virgilio.it e mensolino@tiscalit.it o postandola sui social) una propria foto con il libro, ma anche questo non è obbligatorio.
REGOLE EDITORIALI
File in formato .DOC o .DOCX (il formato .pdf non è ammesso);
Carattere Times New Roman corpo 12;
Interlinea 1.5;
Dialoghi tra i caporali «…»;
Pensieri e parole straniere in corsivo
Titoli tra le virgolette “…” (es. “La Divina Commedia”);
Frasi riferite all’interno di un dialogo, utilizzare le virgolette “…” (es. «Mi disse: “Troviamoci in Piazza della Signoria”»)
Punteggiatura fuori da virgolette o caporali;
Testo giustificato, senza spazi automatici fra i paragrafi e i rientri;
Rispetto delle regole grammaticali e ortografiche.
LIBERATORIA
Inviando il racconto, l’Autore autorizza i Curatori a concedere in licenza all’Editore il diritto esclusivo di pubblicare il proprio racconto nel Volume antologico relativo al presente progetto “Dal profondo” (il titolo dell’opera sarà definito in seguito).
L’esclusiva dell’Editore sarà limitata alla pubblicazione dei racconti all’interno dell’antologia, sia in formato cartaceo che in formato digitale, sia in Italia che all’estero.
I Curatori dell’antologia, a proprio insindacabile giudizio, selezioneranno i migliori racconti e li invieranno all’Editore, il quale potrà accettare o procedere a ulteriore scrematura prima della pubblicazione.
Nel caso non si raggiunga un idoneo numero di testi ritenuti validi non si procederà alla pubblicazione.
La musica incontra la narrativa fantastica in Soundscapes, antologia uscita nel 2021 per Edizioni Scudo, ed è un incontro che lascia il segno: trentasei racconti di altrettanti autori e autrici italiani/e ispirati ai brani contenuti nella compilation omonima, liberamente scaricabile dal web, alcuni davvero stupendi. Si spazia dalla fantascienza pura al fantasy, al cyberpunk, al surreale: sono presente anch’io con un racconto, Gli anelli, nato per l’occasione ascoltando il brano Piano rings di Marco Besana. Il mio amico Carlo Menzinger, presente anche lui, si è ispirato invece a Feldpato di Riccardo Lolli, il titolo del suo racconto, Felpato, gioca con quello del brano. Il mio è un racconto “magico”, il suo di fantascienza distopica futuribile. Per un’analisi approfondita di ciascun racconto rimando al dettagliato articolo di Carlo.
Molti sono gli autori legati a Tabula Fati, l’editore abruzzese che tanto ha dato alla fantascienza indipendente italiana insieme alle edizioni Scudo e ad altre realtà alternative a Urania. L’antologia è tra l’altro finalista al premio Vegetti di quest’anno, incrociamo le dita.
Firenze, 5 marzo 2022
Bibliografia
AA.VV., Soundscapes. Storie fantastiche da panorami musicali, Edizioni Scudo, 2021.
Nel secondo giorno di tre della convention di World SF Italia io e Carlo Menzinger facciamo rotta verso Castelnuovo Berardenga, nel senese, per prendere parte ai molti eventi previsti per quel sabato. È una bella giornata autunnale e la cittadina è deliziosa, con i suoi vicoli tortuosi e deserti del centro storico – che visitiamo nella pausa dopo il pranzo.
Uno scorcio del centro storico del paese
Alle 9.30 inizia l’incontro con l’astronauta Umberto Guidoni al teatro Alfieri, sede della convention. Guidoni ci parla della vita sulla stazione spaziale internazionale, commentando un video in modo chiaro e accattivante, rispondendo poi alle molte domande del pubblico, soprattutto quelle rivoltegli dai più giovani, le generazioni che vedranno lo sbarco su Marte e la sua colonizzazione, forse da protagonisti (chissà…). Faccio anch’io una domanda riguardante le difficoltà poste dalla bassa gravità sul pianeta rosso. Ricordo che più di vent’anni fa, nel secolo scorso, durante una conferenza analoga all’università di Firenze, gli feci una domanda sulla qualità del sonno in orbita. Altri tempi, Guidoni era ancora attivo nello spazio. Prima che se ne vada riesco a presentarmi e a farmi autografare il suo libro autobiografico Un passo fuori.
Io e Umberto Guidoni
Segue la presentazione dei finalisti del premio Vegetti del 2020 (la cui premiazione è saltata a causa del Covid) e di quest’anno. Tra i finalisti ci sono diversi autori di Tabula Fati (alcuni già conosciuti a Stranimondi a Milano), compreso il mio amico Carlo, il quale porta in finale ben tre libri: Il narratore di Rifredi (per la saggistica), Apocalissi Fiorentine (per il romanzo) e Sparta ovunque (per l’antologia). Ciascun autore parla per pochi minuti della sua opera, stimolato dalle domande di Donato Altomare, presidente della World SF e organizzatore dell’evento.
Autori Tabula Fati
Pranziamo nel ristorante di fronte al teatro, usufruendo della card regalataci dall’associazione che ci garantisce un piccolo sconto. Siamo vicini a Siena: ci godiamo un bel piatto di pici.
Prima che ricominci il programma pomeridiano ho modo di chiacchierare a lungo con Giovanni Mongini, che vedevo per la prima volta. Si tratta di uno dei massimi esperti del cinema di fantascienza in Italia, autore tra l’altro di una serie di volumi su cui mi sono basato per preparare la mia tesi di laurea, vent’anni fa. Adesso è un simpatico signore con barba e capelli bianchi, un berretto rosso in testa e una maglietta con locandine di vecchi film. A noi si unisce un suo amico con cui parliamo di ufologia e altri misteri insoluti.
Alcuni partecipanti alla Convention, tra cui Giovanni Mongini (col berretto rosso)
Alle 16.30 comincia l’assemblea annuale dell’associazione, con la nomina del nuovo direttivo e la relazione di Altomare. In attesa del capitolo finale della giornata – le premiazioni del premio Carità (per gli illustratori) e del Vegetti – ci viene offerto un aperitivo nel giardino del Museo del Paesaggio, a pochi metri dal teatro. Ci sono anche vari banchini con i libri portati dai soci: ho portato qualcosa anch’io, e riesco a vendere l’ultima copia de La compagnia dei Viaggiatori del tempo, forse il mio libro più importante. Altomare regala un paio di bottiglie di vino (siamo nel Chianti) ai finalisti e una penna e un coltellino svizzero a tutti i partecipanti alla convention (col messaggio sottinteso forse che ferisce più la penna della spada…).
Tra i premiati di quest’edizione ci sono molte donne, tra cui Annarita Stella Petrino per il miglior romanzo di fantascienza 2020 col suo Quando Borg posò lo sguardo su Eve. Niente premi per il mio amico, comunque contento di essere tra i finalisti (il che non è poco in effetti). Magari ci rifaremo l’anno prossimo con Psicosfera, ormai prossimo alla pubblicazione.
La premiazione termina verso le 20. Segue cena sociale al ristorante dove abbiamo pranzato, ma io e Carlo dobbiamo rientrare (la strada è lunga, impieghiamo quasi due ore per rientrare a Firenze) contenti per l’intensa e interessante giornata tra i grandi nomi della fantascienza italiana e le giovani promesse.
Firenze, 24 ottobre 2020
Bibliografia
AA.VV., Sparta ovunque, Chieti, Tabula Fati, 2020.
Acciai Baggiani M., La compagnia dei Viaggiatori del tempo, Milano, Abeditore, 2017.
Acciai M., La comunicazione nella fantascienza, Ariccia, Ermes, 2016.
Guidoni U., Un passo fuori, Roma-Bari, Laterza, 2006.
Menzinger C., Il narratore di Rifredi, Firenze, Porto Seguro, 2019.
Menzinger C., Apocalissi Fiorentine, Chieti, Tabula Fati, 2020.
Mongini G., Mongini C., Storia del cinema di fantascienza, Milano, Fanucci, 1999.
Petrino A.S., Quando Borg posò lo sguardo su Eve, Chieti, Tabula Fati, 2020.
L’autostrada è piuttosto libera in questo scorcio di tarda estate; una linea di asfalto che taglia in linea più o meno retta l’Italia. Partiamo da Firenze alle 7.30, io e Carlo Menzinger, e arriviamo a Milano con calma. Parcheggiamo vicino alla Casa dei Giochi, in via Sant’Uguzzone 8. È la prima volta che esco dalla Toscana in questa era di pandemia. L’occasione è speciale: Stranimondi, la fiera della narrativa fantastica.
All’entrata mostriamo il green pass e il foglio con la registrazione; sono molto efficienti e le norme anti-Covid sono rispettate. Ci dirigiamo verso lo stand di Tabula Fati dove salutiamo Vittorio Piccirillo, Sandra Moretti e Maddalena Antonini: autori della nota casa editrice abruzzese che, in assenza dell’editore, gestiscono il banchetto su cui sono disposti i libri delle varie collane: l’occhio mi cade subito su Contaminazioni, l’antologia curata da Piccirillo di cui ho parlato in un mio articolo (e in cui sono presente col racconto Il vecchio), su Sparta ovunque (la fanfiction basata sull’universo narrativo di Via da Sparta, la saga ideata da Carlo) e naturalmente su Apocalissi fiorentine, dello stesso Carlo. Tutti libri collegati l’uno all’altro: l’ucronia distopica di Carlo ricompare in Contaminazioni e in Sparta ovunque, oltre che in altre opere apparse con altri editori.
Mi metto poi a curiosare anche riguardo gli altri libri e autori, alcuni già conosciuti tramite Contaminazioni. Posso vedere ora le opere a cui sono ispirati i rispettivi racconti. Piccirillo è un interessante autore di space opera, ma ha pubblicato anche un curioso racconto lungo, Legio Accipitris, su un incontro ravvicinato del terzo tipo ai tempi dell’impero romano: il racconto è bilingue, in italiano e in latino, con testo a fronte. Do un’occhiata anche ai libri delle due colleghe di Tabula Fati: Sandra Moretti e Maddalena Antonini, entrambe autrici di saghe fantascientifiche (in bibliografia ho messo i primi libri delle rispettive saghe).
Completato il rito dello scambio di autografi, lascio il banco e vado a curiosare negli altri stand, distribuiti in un salone e una saletta più piccola attigua. Le case editrici presenti non sono moltissime (per lo più del nord Italia) e lo spazio è ristretto e affollato; non ci metto molto a fare il giro, pur fermandomi presso ognuna per cercare di lasciare il mio cv (me ne sono portati diversi in quando in questo periodo sono in cerca di un nuovo lavoro, dopo quello presso Porto Seguro). L’autore più presente, più noto e più celebrato è senza dubbio H.P. Lovecraft, ma non mancano gli esordienti di talento. Presso lo stand di Bietti vedo l’antologia di Pierfrancesco Prosperi, Il futuro è passato, anch’essa già recensita. Curioso il gadget della 451: una confezione di fiammiferi! (chi non coglie il riferimento non merita di visitare Stranimondi né di essere chiamato appassionato di fantascienza). Rivedo con piacere Francesco Verso con i suoi libri di fantascienza “etnica”: incontrato per la prima volta al Pisa Book Festival (dove avevo preso un’antologia di Sci-fi cinese, Artificina), ha portato stavolta anche antologie indiane, russe, turche… tutte a tematiche ciberpunk moderno.
È l’ora di andare a mettere qualcosa sotto i denti. Noi quattro andiamo a una vicina tavola calda gestita da cinesi, lasciando Maddalena a presidiare il banchino. Un caffè per tirarsi su e via di nuovo alla fiera (che si concluderà domani, 12 settembre).
Arrivano finalmente le 16, l’ora della nostra presentazione nell’apposita sala. Il pubblico non è numeroso, ma noi cinque siamo determinati a lasciare un’impronta in questo festival, a incuriosire i pochi ascoltatori con le nostre storie (a cui accennavo sopra); in particolare la presentazione è centrata su Contaminazioni. Parliamo a turno, io e Carlo accenniamo anche al nostro romanzo scritto a quattro mani, Psicosfera, di prossima uscita sempre per Tabula Fati; alla fine Maddalena chiude con un suo slogan che sottolinea il clima di incontro e “fratellanza” tra gli autori di Tabula Fati (di Marco Solfanelli): «Siamo forti, siamo belli, siamo autori Solfanelli!»
Saremmo rimasti volentieri per tutta la durata di Stranimondi, ma dobbiamo rientrare a Firenze. Alle 17.30 ripartiamo, dopo aver salutati amici vecchi e nuovi. L’autostrada scorre di nuovo libera e diritta, in senso opposto, mentre il sole cala su una giornata perfetta.
Firenze, 12 settembre 2021
Allo stand di Tabula Fati. Da sinistra: Massimo Acciai, Carlo Menzinger, Vittorio Piccirillo, Sandra Moretti, Maddalena Antonini
Bibliografia
AA.VV., Contaminazioni, Chieti, Tabula Fati, 2021.
AA.VV., Sparta ovunque, Chieti, Tabula Fati, 2020.
AA.VV., Artficina, Future Fiction, 2019.
Acciai Baggiani M., Menzinger C., Psicosfera, Chieti, Tabula Fati, 2021.
Antonini M., I girasoli di Shaah-Mall-A, Chieti, Tabula Fati, 2020.
Menzinger C., Via da Sparta, Firenze, Porto Seguro, 2017-2019.
Menzinger C., Apocalissi fiorentine, Chieti, Tabula Fati, 2019.
Moretti S., L’isola di Heta, Chieti, Tabula Fati, 2020.
Piccirillo V., Legio Accipitris, Chieti, Tabula Fati, 2019.
Prosperi P., Il futuro è passato, Milano, Bietti, 2013.
Contaminazioni è un’antologia, curata da Vittorio Piccirillo per Tabula Fati, che presenta varie particolarità. Innanzitutto è una raccolta di spin off, ossia di storie che traggono spunto da opere precedenti degli stessi autori, ambientate negli stessi universi narrativi; a prendervi parte sono stati chiamati scrittori che hanno pubblicato con la stessa Tabula Fati, altra particolarità, il tutto unito da una tematica molto attuale: la pandemia. Qui si parla di virus letali che coinvolgono interi pianeti (come il Covid che, prima del 2020, poteva appartenere al regno della fantascienza), declinati secondo tredici mondi letterari, tanti quanti sono gli autori presenti su queste pagine.
Tranquilli: non occorre aver letto le opere da cui i racconti prendono spunto, anche se senza dubbio aiuta. I racconti sono autonomi. Certo, può magari succedere che ci si appassioni di un certo universo narrativo e si vada a ricercare l’opera o le opere principali (e certo questo non dispiace all’editore, visto che vengono tutti da Tabula Fati, come ho già detto), ma ci si può anche fermare al singolo racconto. Vediamone nel dettaglio alcuni.
Il libro si apre proprio con un’opera del sottoscritto, composta a Sappada, sulle Dolomiti, durante una decina di giorni di vacanza. Il vecchio è il prequel de Lo scisma, comparso in un’altra antologia monotematica: quella di fan-fiction dedicata al mondo ucronico di Via da Sparta di Carlo Menzinger, intitolata Sparta ovunque (in effetti il mio non è un vero e proprio spin off…). Il vecchio e Lo scisma formano, assieme ad Ade [1], un trittico.
Il mio racconto si ricollega naturalmente a quello di Carlo Menzinger, Supposte ucroniche, che riunisce vari mondi narrativi da lui creati, compreso quello spartano: ma a parte l’ambientazione non c’entra nulla con Il vecchio. La pandemia immaginata da Carlo riguarda l’obesità ed è trattata in modo piuttosto originale. Non mancano le scene “piccanti”.
Un accenno anche al racconto dell’amico e collega Pierfrancesco Prosperi, su cui molto ho scritto[2]. In Letto 224 gli effetti del Covid sull’organismo sono descritti con raccapriccianti e purtroppo reali particolari e il finale pone un angosciante dilemma. Infine Vittorio Piccirillo, nella duplice veste di autore e di curatore dell’antologia, si interroga – in Un futuro diverso – su quale mondo ci attende dopo la fine di quest’evento epocale di cui solo i posteri potranno valutare con obiettività la portata.
Firenze, 31 agosto 2021
Bibliografia
AA.VV., Contaminazioni, Chieti, Tabula Fati, 2021.
La quarta verità è un divertissement (così l’ha definito l’autore) o meglio un’“antifavola” sul futuro del nostro pianeta; un apologo fantascientifico ed ecologico che rivela un grande pessimismo, comune anche a un altro autore di cui mi sono occupato molto: Carlo Menzinger (e anche Piero Dolara). Eppure non è più tempo di tenere la testa sotto la sabbia, negando il problema: il clima sulla Terra sta cambiando rapidamente e presto potrebbe non esserci più tempo per porre un rimedio. Nel romanzo breve di Prosperi, ambientato in un futuro prossimo, quel punto di non ritorno è già stato superato, quindi come non guardare con speranza all’arrivo di misteriosi alieni, tecnologicamente avanzatissimi, per togliere le castagne dal fuoco?
Gli Uniani, provenienti dal pianeta Uno (in quanto considerato in precedenza erroneamente l’unico abitato da forme di vita intelligente), influenzano la Terra ancora prima del loro sbarco, annunciato con un anno di anticipo, facendo sorgere la strana quasi-setta degli Incontristi, i quali cercano di mettersi in contatto telepatico con i visitatori extraterrestri, e poi si suicidano senza rivelare alcunché delle loro sconvolgenti scoperte. Questo crea una notevole suspense nel lettore, che attende col fiato sospeso – insieme ai terrestri – l’arrivo degli Uniani e la rivelazione dei loro segreti. L’attesa sarà ben ripagata per il lettore: la “quarta verità” sarà in effetti del tutto inattesa.
Si tratta sì di un romanzo di fiction, ma molti dei rapporti ambientali che si alternano alla narrazione sono reali e l’eventualità che si realizzi un futuro distopico come quello descritto da Prosperi è tutt’altro che remota. L’umanità è giunta a un bivio, questo l’ho sempre ripetuto anch’io: se non cambia paradigma mentale, se non supera i propri egoismi e la sua visione limitata, andrà verso l’estinzione. Ma io sono più fiducioso rispetto sia a Prosperi che a Menzinger: l’Uomo troverà in tempo la saggezza necessaria per cambiare. O almeno è la mia speranza più grande.
Nel 2021 ricorrono i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, com’è universalmente noto. Appena un po’ meno noto al comune passante è un’altra ricorrenza di quest’anno: i 150 anni dal trasferimento della capitale d’Italia da Firenze a Roma. L’evento non è passato inosservato al consiglio direttivo del GSF (Gruppo Scrittori Firenze) che ha voluto celebrarlo con un’interessante antologia a carattere storico-narrativo: Accadeva in Firenze Capitale. Per inciso, lo stesso GSF si è ricordato anche di Dante con un’altra antologia, di prossima uscita: Gente di Dante, in cui figura, tra gli altri, un mio racconto, uno di Pierfrancesco Prosperi e uno di Carlo Menzinger.
La mia città è stata capitale per poco più di cinque anni, dal 1865 al 1871, ma è stato un periodo importante anche dal punto di vista architettonico e urbanistico. L’antologia ha un taglio principalmente storico, realistico, ma non mancano i voli di fantasia: Pierfrancesco Prosperi ha contribuito naturalmente con un’ucronia, Le colline di Firenze, che sviluppa un’ipotesi che aveva affascinato anche me per un racconto, Gavinana, scritto proprio per l’antologia (ma che è stato poi scartato[1]); cosa accadrebbe se Firenze fosse ancora, ai giorni nostri, capitale d’Italia al posto di Roma? Lo smarrimento del protagonista del racconto che si muove in una città familiare e al tempo stesso “cambiata” somiglia a quello di Andrea Venier di Garibaldi a Gettysburg, solo che qui Stefano Lunghini proviene da una realtà divergente e si ritrova in una Firenze che conosciamo bene. Il “passaggio dimensionale” è dovuto all’attività letteraria del Lunghini (altro punto in comune col romanzo sopracitato, in cui c’è uno scrittore che immagina un universo allostorico) e provocherà conseguenze nella nostra realtà.
La Firenze Capitale ipotizzata da Prosperi è certamente diversa: ad esempio c’è la metro e i nomi delle vie sono in parte quelli noti e in parte alternativi. Ciò mi ricorda anche il mio romanzo inedito Oltre le bianche distese del Tempo, ambientato anch’esso in una Firenze stravolta dal punto di vista urbanistico (ma nel mio romanzo ciò non è dovuto a un salto ucronico, bensì… ad altro che non voglio spoilerare).
Molto interessante anche il racconto di Carlo Menzinger, altro autore di ucronie che stavolta però ha preferito restare con i piedi per terra e scrivere un racconto, Il collezionista inglese, dedicato a una figura storica ben nota ai fiorentini – Frederick Stibbert (1838-1906) – così com’era, senza ipotesi fantascientifiche. Al celebre milionario inglese, che avrebbe lasciato alla sua città di adozione uno splendido museo di armature antiche, senza contare il suggestivo giardino all’inglese che porta il suo nome (dove ho trascorso molte giornate piacevoli, nella mia gioventù, leggendo e sognando), si rivolge in prima persona Firenze stessa, personificata da Menzinger, per raccontarne la straordinaria avventura umana. Pure io avevo dedicato una mia opera a questo lord inglese ottocentesco: una poesia inserita in un libro che Menzinger ha dedicato a me e al quartiere di Rifredi (dove si trovano il museo e il parco[2]), Pomeriggio d’agosto allo Stibbert, di cui mi piace citare una strofa:
Lasciatemi solo nel locus amoenus dove fingere che il tempo s’è fermato: par di udire i passi di Federigo, collezionista d’armature e porcellane, che contempla l’opera d’una vita dedicata alla Bellezza. “Sir” gli direi “welcome in this century: sediamoci in riva al laghetto, davanti al piccolo tempio egizio, e nelle acque verde ombroso impariamo qualcosa dalle tartarughe e dalle anatre.”
Firenze, 18 aprile 2021
Bibliografia
AA.VV., Accadeva in Firenze Capitale: racconti storici dal 1865 al 1871, Staffoli, Carmignani, 2021.
Massimo Acciai Baggiani e Carlo Menzinger allo Stibbert
[1] È stato poi inserito nell’antologia Fantascientifico, vol. 1, a cura di Antonio Primo, edito da Idrovolante edizioni (2020).
[2] Menzinger C., Il narratore di Rifredi, Firenze, Porto Seguro, 2019, scritta per progetto Dintorni Urbani, ispirata alle foto di Teresa Bucca.
Pierfrancesco Prosperi, grande firma della fantascienza italiana di cui sto scrivendo una biografia letteraria, è stato in passato soprattutto autore di racconti, aumentando la produzione di romanzi solo in tempi più recenti. Nell’occasione del cinquantennale della sua carriera ha pubblicato un’auto-antologia con appunto cinquanta racconti che costituiscono circa un terzo della sua intera produzione; in realtà di tratta di un cinquantennale abbondante, risalendo al 1960 il suo primo racconto edito – Lo stratega – ed essendo Il futuro è passato uscita 53 anni dopo quel primo riuscitissimo debutto.
Il libro si apre con un’interessantissima nota biografica/confessione dell’autore che ci svela il suo approccio con la scrittura e le sue abitudini durante i momenti creativi; quando il Prosperi ha iniziato non c’erano certi i programmi di videoscrittura né Internet a facilitare le ricerche. Perfino la scrittura a quattro mani (nell’antologia figura anche un racconto scritto a quattro mani con Gianfranco de Turris), oggi immediata anche tra autori che vivono lontanissimi, richiedeva tempi molto dilatati: quelli delle poste!
Prosperi nell’ordinare la propria opera ha seguito un duplice ordine: i racconti sono classificati per tematiche e all’interno di ciascuna sezione vige il criterio cronologico. Nella prima sezione, “C’era una volta il futuro”, l’autore cerca di immaginare cosa ci aspetta domani e nei secoli a venire: interessante vedere come il mondo futuro, sia prossimo che lontano, era immaginato negli anni Sessanta, dopo l’epoca d’oro della fantascienza americana. Certo, per dirla con Paul Valéry, «il futuro non è più quello di una volta», ma la fantasia brillante di Prosperi si è mantenuta intatta nei decenni. I primi racconti sono straordinari, con un finale a sorpresa che lascia di stucco. Nel primo già citato, Lo stratega, riviviamo gli anni più terribili della Guerra Fredda, quando una disastrosa guerra termonucleare non era così lontana come appare oggi. Diciamo subito quindi che la visione di ciò che ci aspetta secondo Prosperi non è delle più rosee, anzi diciamo che è decisamente distopica (si veda ad esempio 1984+22, che fa l’occhiolino da una parte a Orwell e dall’altra a Bradbury). I racconti di Prosperi hanno spesso personaggi con nomi anglosassoni, ma non mancano le storie ambientate nel nostro paese, di cui ha una visione cupa e grottesca (che condivido); si veda ad esempio Mario Rossi, l’uomo che vinse l’Italia.
Ma Prosperi è noto al grande pubblico soprattutto per le sue ucronie: si veda ad esempio il ciclo di Garibaldi a Gettysburg (che ho recensito). Ne troviamo un assaggio nella seconda sezione, “Il tempo si guasta”, e nella terza, “Kennedy è morto?”. Per il lettore che non abbia familiarità col termine “ucronia”, o “allostoria” o “storia alternativa” rimando al mio libro Il sognatore divergente, dedicato all’opera di un altro autore di questo genere letterario: Carlo Menzinger. Sarebbe interessante un raffronto tra Menzinger e Prosperi, che tra l’altro si conoscono e si stimano. Entrambi condividono la visione distopica nelle proprie ucronie; un cambiamento nel passato porta inevitabilmente a una versione peggiorativa dell’universo, quindi si potrebbe pensare, insieme a Leibnitz, che viviamo davvero nel migliore dei mondi possibili (se questo ci può consolare…). In particolare i racconti ispirati dalla figura del grande ex presidente americano, JFK, sarebbe da fare anche un raffronto con altri autori che hanno trattato l’argomento da un punto di vista fantastico (penso ad esempio a 22/11/63 di Stephen King…).
La quinta sezione, “Il grande Dio Auto”, è dedicata a un altro tema ricorrente nella narrativa di Prosperi: l’automobile. Oltre ai romanzi (ho di recente recensito Autocrisi, del 1971) ci sono diversi racconti che celebrano questo mezzo di trasporto che ha preso sempre più piede nelle nostre vite, fino a diventare indispensabile, e andare oltre alla sua funzione primaria (in Autogrill diventa addirittura uno status symbol di una società di divisa in caste in base alla cilindrata – come ho già scritto nella recensione di Autocrisi[1]). Anche questa sezione, inutile dirlo, rientra nella distopia…
Dopo il “Dio Auto”, segue un altro “dio” che ha molti fedeli nel nostro paese: il “Dio Pallone” della sezione seguente, dedicata ai mondiali di calcio. Io non sono un tifoso ma questi racconti me li sono letti con gusto.
Settima sezione, che prelude in un certo senso all’ottava: “Dr. Jekyll & co.” Il classico di Stevenson è declinato in un paio di racconti (più un altro, dedicato a un altro grande della letteratura horror, Ambrose Bierce, con atmosfere lovecraftiane). Il mostro “cammina tra noi”, anzi spesso siamo noi stessi.
Fino a questo momento abbiamo parlato di racconti di fantascienza, fantapolitica, ucronia e fantastico “ai confini della realtà”, ma Prosperi a una certa età ha tentato anche il genere giallo (Camilleri docet) sfornando racconti più che dignitosi, antologizzati nella sezione “I colori del giallo”. Sono stati scritti tutti nel 2011 e si svolgono nell’ambiente dei corsi di scrittura e dei premi letterari: ambiente che noi autori conosciamo bene e che pertanto ci fanno sorridere in modo particolare.
La penultima sezione, la nona, “Altre terre, altri luoghi”, parla di paradossi geografici, di paesi che appaiono e scompaiono. C’è qualcosa di buzzatiano, e a Buzzati è dedicato infatti uno di questi racconti, La scomparsa di Manarola. Come abbiamo visto, abbondano le citazioni di altri autori, nostrani o stranieri, ed entrambe le categorie sono messe sullo stesso piano. Anche Dino Buzzati, che tra l’altro è uno dei miei autori preferiti, è stato un grande autore del fantastico, e della fantascienza in almeno un romanzo – Il grande ritratto. Ben prima di giungere a questa dedica a Buzzati, il grande narratore italiano mi era venuto in mente leggendo alcuni racconti di Prosperi, di cui pare abbia raccolto l’eredità.
L’ultima sezione non è tematica ma riguarda altri media, diversi dalla narrativa: una sceneggiatura radiofonica e un fumetto. Ricordiamo che Prosperi ha scritto sceneggiature di Topolino, Martin Mystère e altri classici italiani. Spazio vitale fa tornare alla mente l’incubo sovrappopolato di Harry Harrison, Largo! Largo! [2]
Chiude il libro una postfazione di Gianfranco de Turris, che completa il ritratto già tracciato dall’autore stesso in prefazione. Che altro dire: la lettura di questo terzo della produzione di racconti di Prosperi fa senza dubbio venire voglia di leggere anche gli altri due terzi.
Firenze, 2 marzo 2021
Bibliografia
Prosperi P., Il futuro è passato, Milano, Bietti, 2013.
Acciai Baggiani M., Il sognatore divergente, Firenze, Porto Seguro, 2018.
[1] Il racconto infatti è presente nella riedizione del 2011, in Urania, di Autocrisi, insieme ad altri due racconti presenti anche nell’antologia per il cinquantennale.
[2] Da cui il film del 1973, 2022: i sopravvissuti.