Quel che resta di Firenze

Massimo Acciai Baggiani

Caro lettore, sognatore di altri mondi; se ti è piaciuto Apocalissi fiorentine (e se non lo hai letto, te lo consiglio vivamente) godrai senz’altro anche della lettura di quest’opera, che ne è la logica prosecuzione. Nel primo libro le varie apocalissi sono ancora in atto, in questo sono già avvenute e la narrazione si concentra sul dopo. Carlo Menzinger conferma la sua predilezione per gli scenari catastrofici e la sua visione per lo più negativa del futuro del genere umano, che nasce come monito contro i disastri ambientali che stupidamente sta provocando sull’unico pianeta che gli consente la vita.

Non sono però solo catastrofi imputabili all’uomo quelle che mette in scena l’autore in queste 28 storie inquietanti; ben prima che il Covid-19 facesse sperimentare anche a noi fiorentini cosa significa in concreto la parola “pandemia”, già Menzinger aveva immaginato terribili malattie che, decimando la popolazione, provocano situazioni tra il surreale e l’orrorifico. Come me, anche Menzinger costruisce i suoi racconti con la tecnica del Cosa accadrebbe se…?: se, ad esempio, un virus cancellasse ogni giorno la memoria delle persone, o se Firenze diventasse una sorta di laguna o un deserto a causa del surriscaldamento globale, o ancora se Marinetti visitasse il nostro secolo, comparandolo con la sua visione futurista della “civiltà delle macchine”, oppure tante altre ipotesi tra scientifico e fantastico. 

Grande è la fantasia del nostro autore: tuttavia non mancano i richiami all’attualità. Oltre alle già citate tematiche ecologiche e pandemiche, vi si trovano scenari legati all’immigrazione, all’incontro (e spesso scontro) di civiltà (soprattutto quella islamica), alla dipendenza dalle nuove tecnologie digitali e altri potenziali disastri, narrati con la consueta ironia, dietro a cui c’è però un discorso molto serio. Condivido con Menzinger la sua battaglia per la salvaguardia del pianeta, che sta a cuore anche a me (non credo l’uomo potrà raggiungere tanto presto altri mondi abitabili, mi manca l’ottimismo di un Asimov), ma mi auguro che certi scenari – come l’estinzione totale del genere umano – non si verifichino mai: d’altra parte il futuro non è scritto, gli scenari possibili sono infiniti e non tutti conducono al disastro. Sta alla saggezza dell’uomo realizzare quello migliore; nella mia visione ce la farà e, come dice uno slogan molto di moda in questi tempi di quarantena, andrà tutto bene.

Firenze, 14 giugno 2023

Bibliografia

Menzinger C., Quel che resta di Firenze, Chieti, Tabula Fati, 2023.

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