Pensieri di luce e d’ombra: Intervista a Patrizia Beatini

A cura di Massimo Acciai

Patrizia Beatini, fiorentina di nascita, è un’artista poliedrica: ha scritto prose e versi e scattato immagini fotografiche che finalmente ha deciso di pubblicare in ‘Pensieri di Luce e d’Ombra’, il suo primo libro, autoprodotto, uscito quest’anno. Poco prima era stato realizzato un libretto collettivo, ‘Cinque amici in versi’, a cui ha preso parte. Amica da molti anni, l’ho intervistata con vero piacere riguardo al suo primo libro, dopo averle dedicato un’altra intervista nel 2017, sempre tramite Internet.

  1. So che questo libro ha avuto una gestazione lunga, infatti raccoglie poesie scritte in epoche molto diverse: quando ti è venuto il desiderio di farne un volume e perché hai aspettato tanto?

Innanzitutto grazie Massimo per aver di nuovo pensato a me per questa intervista, ne sono contenta. Hai ragione, è passato molto tempo prima che decidessi di fare una pubblicazione dei miei versi, li ho spesso recitati a eventi letterari e recital poetici, soprattutto col Centro d’Arte Modigliani di Scandicci, l’Associazione Culturale che esiste da più di quarant’anni e di cui faccio parte ormai da diverso tempo e devo dire che spesso avevano trovato una gradita approvazione del pubblico, ciononostante non riuscivo a pensare di farne un volume, io sono molto riservata sulle mie cose personali. Poi probabilmente la continua sollecitazione da parte di tutto il Centro Modigliani a pubblicare e poi il periodo pandemico, terribile, nel quale siamo stati tutti a casa e in cui io ho riflettuto molto, hanno partorito in me la decisione di portare alla luce i versi e farli diventare pubblici.

  • Nel titolo hai usato la parola “pensieri” per descrivere i tuoi testi. Perché non “poesie”?

Perché chiamarli ‘poesie’ mi sembrava troppo pretensioso, non mi sento né un poeta, né uno scrittore, ma una persona che si diletta in queste arti, senza seguire alcuna metrica, con verso libero, senza obblighi; inoltre i miei ‘pensieri’ se proprio vogliamo collocarli stanno tra la ‘poesia’ e la ‘prosa’.

  • Nel tuo libro è molto presente la natura, con l’avvicendarsi delle stagioni, gli elementi atmosferici, che riportano molto alla poesia romantica. Dacci la tua definizione del ‘Tempo’ e dell’ ‘Attesa’, di cui parli nella tua omonima poesia.

La Natura con la N maiuscola mi piace pensare che sia il perno del concetto del libro, insieme al Tempo. Potrebbe essere qualcosa di romantico? Sicuramente, io sono una romantica per eccellenza e non credo sia un difetto, anzi… Potrebbe essere antico, retrò? No di certo. Mai come in questo momento il concetto di Natura è stato così moderno. Il mio soffermarmi, sia nell’espressione scritta, sia con la fotocamera, sulle cose semplici, solitamente invisibili, inavvertite, poiché quasi scontate, come l’osservare la ciclicità delle stagioni, con lo schiudersi dei boccioli, il cadere delle foglie, l’ingrossarsi dei fiumi, il migrare delle rondini e via dicendo, non è altro che un indagare sulla vita e sulla morte, un intimo ascolto attraverso i suoni dell’ambiente, degli animali. Ho ritrovato tanto di me stessa in ciò che mi circonda, ho imparato a scrutare nella voragine di certi cieli tetri e ad apprezzare la pienezza di una carezza del vento. Noi siamo terra e terra torneremo, mai come in questo periodo della mia vita io mi sono sentita appartenere alle mie radici, nonostante aneli spesso a grandi voli. Invece il tempo non esiste, lo abbiamo inventato noi e ora ne siamo schiavi. Esiste il senso del movimento della Terra che gira intorno al sole e di ciò che ne consegue. L’Attesa è senza tempo, proprio perché appartiene ad un preciso momento più o meno prolungato in cui non si conosce ciò che avverrà, o meglio, è un tempo in cui si potrebbero modificare le nostre aspettative su ciò che avverrà, pertanto è terribilmente autentico perché è uno di quei pochi momenti in cui siamo certi di vivere nel presente.

  • La prima parte del libro, dedicata all’Ombra, raccoglie poesie che contengono un dolore, una perdita, un addio… una sofferenza sempre comunque composta, filtrata dalla poesia. L’Ombra mostra anche un suo lato seducente?

L’ombra ha due facce, entrambe interessanti a mio avviso, perché una mostra sofferenza non cercata e quindi in apparenza da dimenticare, in realtà probabilmente sarà l’unica che farà cambiare veramente qualcosa nella nostra vita, poiché nulla arriva mai a caso; quindi sarà una sofferenza che ci farà odiare, imprecare, stringere i denti, ma anche crescere; ci spingerà verso la consapevolezza, il senso della vita. L’altra faccia dell’Ombra invece conserva una sua bellezza seducente che non è quasi mai priva di rischi; come l’amare qualcuno che non ci è consentito o consigliato per svariati motivi, o il cercare situazioni di pericolo perché si ha bisogno di uno scarico di adrenalina altrimenti non ci sentiamo abbastanza vivi, oppure quando pensiamo di poter essere i ‘salvatori’ dell’animo altrui, insomma chi più ne ha più ne metta, tuttavia penso che ciò che maggiormente fa sì di voler ricercare l’ombra, sia il credere che all’interno di essa possa essere trovato un sentimento per cui valga la pena essercisi addentrati, ma credo che ciò abbia un senso solo se si resta umili, onesti, altrimenti è pura presunzione, ego.

  • Veniamo alla parte dedicata alla Luce. Dopo aver attraversato le tenebre, come un viaggio dantesco svoltosi in solitaria, vediamo l’alba, ma per giungervi è necessario attraversare il buio (non è casuale la tua citazione di Gibran). Anche le foto che accompagnano i testi si fanno più soleggiate, più primaverili. Vuoi parlarci di cosa rappresenta per te la Luce in questa sorta di metafora?

Con il mio libro ho voluto accompagnare il lettore in un viaggio metaforico dall’Ombra alla Luce, che previamente ho intrapreso io. Nella vita di ognuno di noi ci sono stati periodi felici e altri di sofferenza ma ciascuno di essi è stato importante per averci condotti fino a quello che siamo diventati nel presente, con annessi pregi e difetti. C’è stato un tempo in cui mi sono sentita maggiormente attratta dall’ombra, dalle sue sfumature di grigi, mi pareva accompagnassero di più il mio sentire, le mie emozioni. Ho attraversato il periodo punk, dark, gotico e via dicendo, essendone parte attiva, e tutt’ora sono ancora affascinata  da certi testi o da alcune atmosfere senza dubbio seducenti ma oggi sono principalmente rivolta verso la Luce, la Rinascita. E’ stato doloroso ma anche interessante indagare e rovistare tra le ombre e gli scenari più cupi ma solo per arrivare ad apprezzare la Luce in tutte le sue forme, per accoglierla e per essere accolta. E ne sono felice, perché nonostante alcuni momenti bui che io, come ogni essere umano, posso attraversare, la mia propensione è cercare luminosità, bellezza, Vita.

  • So che non ami spiegare quello che scrivi ma puoi dirci se ci sono delle figure importanti, delle icone, a cui di solito ti ispiri? Due di quelle persone sono sicuramente i tuoi genitori, ai quali hai dedicato dei versi, che trovano posto nella sezione di Luce; il dolore della perdita cede alla dolcezza del ricordo…
  • Non amo spiegare le mie poesie, come dissi nella precedente intervista, perché è come se limitassi l’immaginazione di chi ascolta, mi piace pensare che ciascuno veda o senta ciò che risuona maggiormente nel suo animo. Inoltre i versi sono partoriti, perlopiù quelli d’ombra, con grande sofferenza, per questo li ho sempre sentiti molto intimi, personali. Sì, ho delle icone a cui mi sono ispirata, soprattutto per i versi  d’Ombra, ma non dirò i loro nomi, sono muse per me importanti e talvolta mi sono rispecchiata nelle loro vulnerabilità, sofferenze, disagi. Mi hanno aiutato a comprenderle ma anche a capire me stessa, le mie voragini. Sono state fondamentali per questo viaggio introspettivo. I miei genitori sono le due persone più importanti della mia esistenza, poiché mi hanno permesso di essere qui e mi hanno insegnato valori che oggi si stanno perdendo, come il rispetto e l’onestà, per cui mi sono sentita in dovere, ma non solo, è stato anche un piacere, anche se con commozione, dedicare a loro alcuni versi. Sono mancati entrambi e ho voluto ricordarli.
  • Dalla ‘poesia/prosa’ passiamo alla ‘fotografia’, ci sono quasi un centinaio di immagini, a parte una foto della tua infanzia, scattate tutte da te, tra le quali diversi autoritratti. Ti piace fotografarti?

La ‘fotografia’ è sempre stata una mia passione importante, sin da quando ero adolescente, certamente all’epoca era molto più difficile far bene una foto, oggi devo dire che si è parecchio avvantaggiati dalla moderna tecnologia, però, per quanta tecnica si possa apprendere e per quante buone macchine si possano possedere, se non hai le basi riesci a far poco. Bisogna avere l’occhio, il senso dell’estetica, saper osservare, vedere un elemento che disturba, capire quando è il caso di scattare e quando è meglio aspettare un’altra luce, anche riuscire a riprendere immagini dritte non è così semplice, o captare il particolare importante che potrebbe finire inosservato; se non hai questo, che credo faccia parte di una dote innata, non è facile realizzare qualcosa di buono. Io non sono una fotografa, ho ancora tanto da imparare, ma mi diletto anche in questa Arte, mi fa sentire bene, come se avessi la presunzione di fermare il Tempo e poterci guardare dentro, mi piacciono i primi piani, scovare tra le rughe della vita. Pertanto il criterio della Luce e dell’Ombra nel mio libro è stato applicato anche alle fotografie, suddivise nelle due sezioni. Mi chiedi se mi piace fotografarmi, la risposta è sìi, mi piace quasi solo se lo faccio io, è l’unico modo per apprezzarmi. Devo ancora trovare un fotografo o qualsiasi altra persona che fermi la mia immagine nello stesso modo in cui io la vedo. Ma chissà…

  • Nella sezione d’Ombra diverse fotografie sono state scattate al cimitero monumentale di San Miniato. Perché questa scelta?

I cimiteri sono sempre stati per me di grande attrattiva, nonostante siano luoghi tutt’altro che allegri. E qui entra in gioco la seduzione delle ombre, di cui parlavo prima. Il cimitero Monumentale di San Miniato ha suscitato in me emozioni intense, le statue in prostrazione, l’immagine dei due amanti che paiono danzare, gli angeli, i bambini, figure sicuramente molto tristi ma cariche di una bellezza senza Tempo, di un dolore antico, col quale ognuno di noi si può confrontare. E poi c’è il mistero della morte o della non morte, a seconda di come volge il pensiero e lo sguardo, ma su questo ci sarebbe da parlare troppo.

Ho notato che fotografi le cose che si vedono tutti i giorni,  nell’immagine pare che tu cerchi l’essenzialità. Soprattutto nella sezione di Luce hai riportato diversi dei tuoi ‘luoghi del cuore’. Ce ne puoi parlare?

Come ho detto prima ho voluto soffermarmi ad osservare e quindi a fotografare le cose di ogni giorno, non mi interessavano foto di effetto o riprese di luoghi ameni, l’intento per questo libro era proprio la semplicità: il fiume, i fiori primaverili, le anatre, gli alberi, per carpire la differenza tra la lentezza e il movimento. C’è un gran bisogno di lentezza, mi viene in mente l’omonimo romanzo di Kundera. Io credo che nel procedere lentamente non si perdano i particolari e quindi ci sia un po’ il senso della memoria, come se si prolungasse il gusto della vita. Sicuramente è un pensiero in contrapposizione con il concetto dell’odierno vivere, sempre frenetico, sempre competitivo, ma col quale non mi ci ritrovo quasi più. Si, nel libro ho ripreso diversi luoghi a me cari: il parco, il ciglio del fiume, la cascata, il bosco; spazi nella natura a cui per qualche misterioso motivo sento di appartenere.   

  1. Quali sono i momenti in cui ti senti maggiormente ispirata a scrivere?

Non ho un momento preciso, ciò avviene inaspettatamente, in base a quello che vedo e sento, ma poco prima di dormire forse è più facile che qualche verso venga messo sul foglio.

  1. Siamo quasi arrivati alla fine di questa nostra bella chiacchierata, vorrei però, per chi sarà interessato all’acquisto del tuo libro, che tu fornisca le informazioni su come trovarlo.

Certamente. Siccome si tratta di autopubblicazione, per mia scelta, poiché volevo rendere il libro a mia immagine e somiglianza senza penalizzarlo in nessuna maniera, né sulle immagini, né sulle pagine, né sul formato in A4, chi lo vuole acquistare può farlo on line su Amazon a questo link:
https://www.amazon.it/Pensieri-luce-dombra…/dp/1447526643

  1. Progetti per il futuro riguardo a questo e a un tuo eventuale secondo libro di pensieri?

Al momento non ho in progetto di pubblicare un altro libro di questo genere perché sto lavorando su una biografia di mia madre, focalizzata principalmente sulla sua vita giovanile, nella campagna del Mugello, con la sua famiglia, ma non credo che verrà messo in vendita, infondo è qualcosa di personale, lo distribuirò ai parenti.

Grazie Patrizia per aver acconsentito a questa intervista che ci ha dato una visione più chiara della tua pubblicazione e mi auguro di riaverti presto su questo blog con qualcosa di nuovo.

Ringrazio te Massimo per le tue domande e per avermi onorata a partecipare nuovamente a questa tua pagina. Alla prossima. 

Massimo Acciai Baggiani ed Emanuele Martinuzzi leggono poesie da “Cinque amici in versi”

Massimo Acciai ed Emanuele Martinuzzi leggono tre poesie da “Cinque amici in versi” al XXVII incontro nazionale artisti A&A di Marzia Carocci, Firenze, Teatro di Cestello, 11 novembre 2023

Piccola amichevole recensione al libro di CLAUDIA PICCINI: LA DONNA CHE ADORAVA I BOMBOLONI FRITTI

Cara Claudia, ho appena finito di leggere il tuo ultimo romanzo: ‘La donna che adorava i bomboloni fritti’, per cui ti devo fare i miei complimenti.

Devo dire che si legge quasi tutto d’un fiato, scorre benissimo, mette il lettore in una certa suspense dall’ inizio alla fine.

I personaggi creano empatia, sono realistici, mi ci sono immedesimata più volte, tuttavia mai quanto lo hanno fatto fra di se le due protagoniste.

Interessanti gli stati d’animo delle due donne, dalle vite apparentemente diverse, eppure non così dissimili emotivamente.

Si respira la gioia delle piccole cose nel tuo romanzo, dei dettagli; si impara il messaggio dallo scambio dei ruoli, l’importanza del non giudizio, dell’autostima; ma si avverte anche la sofferenza dell’attesa, se perpetuata all’ infinito, la paura della morte.

Ma anche nei momenti più introspettivi della tua storia, quelli più drammatici, le tue righe attraversano la pagina con una leggerezza e un’ eleganza che non mettono mai angoscia, anzi, fanno si di voler continuare nella lettura.

Mi è piaciuto il tuo romanzo, perché parla a tutti, con una prosa limpida, semplice, ma non priva di pathos, e il messaggio che lascia è qualcosa che induce a riflettere nel profondo.

Quante volte può esserci stata una Laura in noi?

La vita è una continua sorpresa.

Patrizia Beatini

Pensieri di luce e d’ombra

di Patrizia Beatini

FINALMENTE E’ USCITO IL MIO LIBRO DI POESIA/PROSA E FOTOGRAFIA, E’ UN FORMATO IN A4, CI HO LAVORATO TANTO, E’ LA MIA PRIMA PUBBLICAZIONE, SONO MOLTO EMOZIONATA

RINGRAZIO I CARI AMICI CARLO CIAPPI DEL CENTRO D’ARTE MODIGLIANI PER LA BELLISSIMA PREFAZIONE E MASSIMO ACCIAI PER LA SUA GRADITA POSTFAZIONE.

Il volume è suddiviso in due sezioni: ‘Pensieri di Luce’ e ‘Pensieri d’Ombra’, dove anche le fotografie sono state selezionate con lo stesso criterio; lo scopo è portare il lettore in un viaggio introspettivo dove si cerca di dare una voce e un’immagine ai lati più oscuri della propria personalità, a quelle ombre tanto seducenti verso cui spesso siamo attratti, non senza rischi; ma anche in una sorta di esplorazione del dolore altrui per confrontarlo col proprio.

Il viaggio che l’autrice ha intrapreso, prima del lettore, è una sorta di metaforico passaggio dall’ombra alla luce, attraverso esperienze di vita vissuta e una nuova consapevolezza nel tempo raggiunta; una luce verso la quale si addentra in una lunga e sempre costante ricerca.

Chiunque voglia acquistarlo può farlo, vi metto qui il link: