Tre saggi sull’Esperanto di Davide Zingone

Massimo Acciai Baggiani

L’occasione che mi ha fatto conoscere il samideano (compagno esperantista) Davide Zingone è stata l’uscita in contemporanea dei nostri primi libri in esperanto e italiano per la scomparsa casa editrice Faligi (il cui nome è non a caso in esperanto): nel 2009 uscivano il mio L’unico assolto / La sola absolvita e il suo Esperanta bluso / Esperanto blue: Davide avrebbe poi recensito la mia raccolta di racconti La lingvovendejo (FEI, 2016) e così ho finalmente l’opportunità di ricambiare scrivendo due parole sul suo ultimo libro, Tre saggi sull’Esperanto, uscito in italiano per le Echos edizioni.

Riecheggiando il titolo di un libro di Freud, Tre saggi sulla sessualità, il volume raccoglie appunto tre lavori sulla lingua internazionale creata da L. Zamenhof 136 anni fa; tre testi divulgativi, pensati soprattutto per un pubblico italiano non esperantista, scorrevoli e accattivanti. La rivistadeilibri.it lo ha incluso non per nulla tra i migliori 10 libri sull’esperanto in lingua italiana.

Il primo parla della vicenda dell’Isola delle Rose, la micro-nazione la cui lingua ufficiale era appunto l’esperanto, dalla vita breve (nata nel 1968, invasa e distrutta dall’esercito italiano nel 1969): la vicenda del sogno utopico dell’ingegnere Giorgio Rosa ha dato spunto anche per un romanzo di Walter Weltroni e per un film uscito qualche tempo fa su Netflix che ha fatto parlare molto di sé.

Il secondo saggio tratta un tema piuttosto curioso: il rapporto tra cinema ed esperanto. Il grande pubblico non lo sa, non ci fa caso, ma molte pellicole famose hanno omaggiato la lingua di Zamenhof ed esiste perfino una ristretta (per ragioni economiche) nicchia di film totalmente esperantisti (ricordo di aver acquistato, durante il congresso mondiale del 2006 nella mia città il dvd di Gerda malaperis, tratto da un classico di Claude Piron).

L’ultimo saggio, quello per me più interessante, parla dell’esperanto nella vita quotidiana. Anche qui la maggior parte dei non esperantisti (e penso anche diversi esperantisti) non sanno che l’esperanto è presente nel mondo non esperantista in campo musicale (Francesco De Gregori, Michael Jackson…), nei cartoni animati (i Simpson), nei marchi commerciali e nella letteratura (Jules Verne, Umberto Eco…). Anche varie istituzioni, dall’Agenzia delle Entrate alla Chiesa Cattolica, sono unite da questo “filo verde” che attraversa in modo non molto appariscente ma pur presente in tutto il mondo da oltre un secolo.

Firenze, 8 luglio 2023

Bibliografia

Zingone D., Tre saggi sull’Esperanto, Giaveno, Echos edizioni, 2022.

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