Un paio di storie di Firenze Capitale

Di Massimo Acciai Baggiani

Nel 2021 ricorrono i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, com’è universalmente noto. Appena un po’ meno noto al comune passante è un’altra ricorrenza di quest’anno: i 150 anni dal trasferimento della capitale d’Italia da Firenze a Roma. L’evento non è passato inosservato al consiglio direttivo del GSF (Gruppo Scrittori Firenze) che ha voluto celebrarlo con un’interessante antologia a carattere storico-narrativo: Accadeva in Firenze Capitale. Per inciso, lo stesso GSF si è ricordato anche di Dante con un’altra antologia, di prossima uscita: Gente di Dante, in cui figura, tra gli altri, un mio racconto, uno di Pierfrancesco Prosperi e uno di Carlo Menzinger.

La mia città è stata capitale per poco più di cinque anni, dal 1865 al 1871, ma è stato un periodo importante anche dal punto di vista architettonico e urbanistico. L’antologia ha un taglio principalmente storico, realistico, ma non mancano i voli di fantasia: Pierfrancesco Prosperi ha contribuito naturalmente con un’ucronia, Le colline di Firenze, che sviluppa un’ipotesi che aveva affascinato anche me per un racconto, Gavinana, scritto proprio per l’antologia (ma che è stato poi scartato[1]); cosa accadrebbe se Firenze fosse ancora, ai giorni nostri, capitale d’Italia al posto di Roma? Lo smarrimento del protagonista del racconto che si muove in una città familiare e al tempo stesso “cambiata” somiglia a quello di Andrea Venier di Garibaldi a Gettysburg, solo che qui Stefano Lunghini proviene da una realtà divergente e si ritrova in una Firenze che conosciamo bene. Il “passaggio dimensionale” è dovuto all’attività letteraria del Lunghini (altro punto in comune col romanzo sopracitato, in cui c’è uno scrittore che immagina un universo allostorico) e provocherà conseguenze nella nostra realtà.

La Firenze Capitale ipotizzata da Prosperi è certamente diversa: ad esempio c’è la metro e i nomi delle vie sono in parte quelli noti e in parte alternativi. Ciò mi ricorda anche il mio romanzo inedito Oltre le bianche distese del Tempo, ambientato anch’esso in una Firenze stravolta dal punto di vista urbanistico (ma nel mio romanzo ciò non è dovuto a un salto ucronico, bensì… ad altro che non voglio spoilerare).

Molto interessante anche il racconto di Carlo Menzinger, altro autore di ucronie che stavolta però ha preferito restare con i piedi per terra e scrivere un racconto, Il collezionista inglese, dedicato a una figura storica ben nota ai fiorentini – Frederick Stibbert (1838-1906) – così com’era, senza ipotesi fantascientifiche. Al celebre milionario inglese, che avrebbe lasciato alla sua città di adozione uno splendido museo di armature antiche, senza contare il suggestivo giardino all’inglese che porta il suo nome (dove ho trascorso molte giornate piacevoli, nella mia gioventù, leggendo e sognando), si rivolge in prima persona Firenze stessa, personificata da Menzinger, per raccontarne la straordinaria avventura umana. Pure io avevo dedicato una mia opera a questo lord inglese ottocentesco: una poesia inserita in un libro che Menzinger ha dedicato a me e al quartiere di Rifredi (dove si trovano il museo e il parco[2]), Pomeriggio d’agosto allo Stibbert, di cui mi piace citare una strofa:

Lasciatemi solo nel locus amoenus
dove fingere che il tempo s’è fermato:
par di udire i passi di Federigo,
collezionista d’armature e porcellane,
che contempla l’opera d’una vita
dedicata alla Bellezza.
Sir” gli direi “welcome in this century:
sediamoci in riva al laghetto,
davanti al piccolo tempio egizio,
e nelle acque verde ombroso
impariamo qualcosa
dalle tartarughe e dalle anatre.”

Firenze, 18 aprile 2021

Bibliografia

AA.VV., Accadeva in Firenze Capitale: racconti storici dal 1865 al 1871, Staffoli, Carmignani, 2021.

Massimo Acciai Baggiani e Carlo Menzinger allo Stibbert

[1] È stato poi inserito nell’antologia Fantascientifico, vol. 1, a cura di Antonio Primo, edito da Idrovolante edizioni (2020).

[2] Menzinger C., Il narratore di Rifredi, Firenze, Porto Seguro, 2019, scritta per progetto Dintorni Urbani, ispirata alle foto di Teresa Bucca.

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